Orari negozi, il d.d.l. va avanti al Senato, con modifiche

Come ha detto il relatore Bruno Astorre (Pd) l’obiettivo è comunque quello di non modificare l’impianto generale

17 Settembre 2015
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Al Senato, in commissione Industria, è iniziata l’illustrazione di circa 80 emendamenti presentati a luglio alla proposta di legge sugli orari dei negozi

La commissione aspetterà poi i pareri del governo e della Bilancio e quindi la prossima settimana si dovrebbero votare gli emendamenti e chiudere l’esame del provvedimento, in seconda lettura, per l’invio in aula. 

Come ha detto il relatore Bruno Astorre (Pd) l’obiettivo della maggioranza è non modificare l’impianto generale della legge ma fare modifiche “tecniche e mirate per rispondere ad alcune esigenze evidenziate nel corso delle audizioni”. 

Dovrebbe rimanere intatta quindi tutta la parte della legge (che riassume analoghe proposte presentate da M5s, Pd, Lega, FI e Ncd alla Camera, dove la proposta stata approvata a fine settembre dello scorso anno) che prevede l’obbligo di chiusura dei negozi per almeno sei giorni fissi l’anno, multe (salate) per chi non rispetta l’obbligo, possibilità per i sindaci di limitare l’apertura dei locali nei luoghi della ‘movida‘ con ordinanze che hanno valenza di tre mesi, un fondo di 90 milioni di euro dal 2015 al 2020 per aiutare le microimprese. 

Tra le modifiche che dovrebbero essere apportate dal Senato, spiega ancora Astorre, ce ne dovrebbe ad esempio essere una che chiarisca che per gli esercizi con più sedi in una stessa città, le varie sedi potranno scegliere diversi giorni di chiusura

E, ancora, dovrebbe essere esplicitata la non applicabilità delle norme alle vendite online e chiarito che, nelle more del dm del Mise, basterà comunicare semplicemente al Comune i giorni di chiusura.

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