È soddisfatto il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, dei risultati della consultazione online. Si andrà, dunque, avanti. «D’altra parte – sottolinea – la logica è, mutatis mutandis, la stessa dell’ascolto delle parti sociali. L’idea è di raccogliere le istanze di semplificazione che provengono da coloro che si trovano ogni giorno a vivere le complicazioni. Una sorta di sportello permanente per acquisire materiale direttamente sul campo».
Che utilizzo ne farete?
Un po’ quel materiale l’abbiamo già usato per mettere a punto il decreto legge sulle semplificazioni. Per esempio, ha ispirato la norma che fissa la scadenza dei documenti il giorno del compleanno del titolare, così quella sullo scambio telematico dei dati tra le amministrazioni. E vorremo continuare a fare questo: verificare la praticabilità dei suggerimenti e, in caso positivo, inserirli in provvedimenti di semplificazione. Naturalmente, non tutte le segnalazioni esprimono esigenze di deregulation normativa. Ci sono anche richieste di natura più operativa, che potrebbero essere girate alle amministrazioni interessate o risolte con una circolare.
Dopo il decreto legge, sono previsti altri interventi simili?
Intanto vorrei aspettare la conversione del decreto e vedere quale sarà il testo definitivo. Dopodiché, intendo concentrarmi sui profili attuativi del decreto, sui provvedimenti che dovranno tradurre in pratica molte sue parti. Infine, l’ultimo decreto e i precedenti interventi di semplificazione richiedono un’attività di monitoraggio, affinché le misure approvate vengano applicate dalle amministrazioni. Per esempio, la decertificazione introdotta da Brunetta – norma importante, che permette a un’amministrazione di chiedere i dati che gli servono a un’altra che già li possiede – ha una serie di profili applicativi delicati. Dobbiamo evitare che quella riforma, pensata per avvantaggiare i cittadini, si trasformi in un boomerang.
In che senso?
Nel senso che se le amministrazioni non dialogano, il cittadino, che prima poteva materialmente andare a prendere un certificato in un ufficio e portarlo in un altro, potrebbe essere impossibilitato a fare anche questo. Alcune amministrazioni, infatti, pensavano che la decertificazione consistesse nell’invio di un certificato vero e proprio da un ente all’altro; qualche altra, invece, riteneva che per acquisire il documento si dovesse accedere alla banca dati dell’amministrazione detentrice del dato. Invece, nulla di tutto questo. È sufficiente che l’amministrazione che ha il dato invii una mail, al limite con la posta elettronica certificata, all’amministrazione che lo richiede.
È ancora valido il piano di semplificazione 2010-2012 predisposto dal precedente Governo?
Certo. Ora, tra l’altro, la misurazione degli oneri amministrativi è stata estesa a regioni ed enti locali e questo è importante, perché il grosso degli adempimenti è di competenza soprattutto degli enti locali. E nel tavolo aperto giovedì scorso al ministero dello Sviluppo economico con regioni ed enti locali uno dei punti riguarda proprio la misurazione degli adempimenti burocratici.
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