L’omicidio stradale passa il primo step al Senato e ora attende un (veloce) iter alla Camera per diventare legge. Con 163 voti a favore, 2 contrari e 65 astenuti, l’aula di Palazzo Madama ha dato il là ieri pomeriggio alla norma “stradale” più attesa e controversa degli ultimi anni, salutata anche dal tweet del premier Matteo Renzi: «Un impegno che ho preso da sindaco con famiglie vittime di incidenti #lavoltabuona». >> il testo del DDL
Il dibattito parlamentare ha portato, come anticipato sull’edizione di ieri, ad alcuni emendamenti dell’ultim’ora, sui quali sia il relatore sia il governo sono andati “sotto” per circostanze che non hanno valenza politica, ma piuttosto di sensibilità trasversale. Si tratta dello stralcio delle norme che punivano come «omicidio stradale» – oltre ai reati commessi in stato di alterazione cognitiva per droga e alcol (oltre 1,5 g/l, ebbrezza grave) – anche i sinistri mortali da semaforo rosso, da circolazione contromano, da inversione di marcia in zona pericolosa, e infine da sorpasso su strisce pedonali. Ha vinto il «no», su questo fronte, perchè si è ritenuto che la pena minima di 7 anni (che vuol dire certezza di custodia cautelare e la quasi certezza di una pena realmente esecutiva) è eccessiva rispetto a fatti tragici, ma che possono essere frutto di gravi distrazioni e imprudenze non equiparabili però alla guida priva di inibizioni per cause chimiche. Per questo tipo di incidenti continuerà ad applicarsi la responsabilità aggravata dell’articolo 589 del Codice penale che permette quasi sempre patteggiamenti indolori. Resta però un problema di coordinamento interno tra norme, perchè sulle lesioni colpose (articolo 590) è passata l’aggravante tolta all’omicidio: questo potrebbe incidere, allungandoli, sui tempi della navetta parlamentare.
Tra gli emendamenti di segno opposto – cioè più duri rispetto alla norma originaria – da segnalare l’aumento di pena «da un terzo alla metà» per chi si dà alla fuga dopo gli incidenti con morti (aggravante specifica, nuovo 589-ter del codice penale),insieme alla revoca della patente in questi casi per 30 anni, pena accessoria non “trattabile” neanche davanti al giudice.
Prendono poi una via separata gli incidenti nautici, che verranno disciplinati nella riforma del codice della navigazione pendente alla Camera. Come spiega il relatore Giuseppe Luigi Cucca «c’era qui un problema di rilevazione strumentale e di controlli, che sono del tutto diversi da quelli stradali, pertanto credo sia stata una decisione corretta e non sospettabile di discriminazione soggettiva».
Colpendo guidatori ebbri e/o drogati, verso cui si innalzano le pene detentive oltre i limiti della condizionale anche alla prima infrazione, il tema fondamentale della legge approvata ieri in prima lettura è quello della rilevazione dello stato, cioè procedurale. Qui il legislatore è intervenuto rendendo molto più informale la perizia, che sarà coattiva se necessario: il pm in casi di urgenza può autorizzare oralmente i prelievi sul pirata della strada, e completare solo dopo l’iter autorizzatorio scritto, comunque entro le 48 ore.
«Questa legge richiama i conducenti sui rischi di una guida distratta o imprudente – ha detto il sottosegretario Cosimo Ferri, in aula per il governo – ma l’esecutivo è impegnato anche a incentivare la prevenzione investendo risorse sulla formazione e sulla sicurezza delle strade. Occorre da una parte responsabilizzare chi si mette alla guida, e dall’altra rendere sicure le nostre strade, migliorare la viabilità, investire nella segnaletica».
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