Firmato ieri in via definitiva da ARAN e sindacati l’accordo quadro nazionale che ridefinisce in maniera rilevante i nuovi comparti e le nuove aree di contrattazione del Pubblico Impiego, spalancando in questo modo le porte agli attesi rinnovi negoziali. “Oggi – afferma in una nota il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino – abbiamo ratificato quanto sottoscritto il 5 aprile scorso. Un atto formale su un accordo raggiunto diversi mesi fa”.
Sono 4 i comparti che ora si stagliano nel panorama del Pubblico Impiego italiano, al posto dei precedenti 11:
– Funzioni centrali: al suo interno confluiscono ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici e altri enti;
– Funzioni locali: il comparto che conserva il perimetro dell’attuale settore “Regioni-autonomie locali”;
– Istruzione e ricerca: il comparto che assorbe anche l’università;
– Sanità: comparto che non muta le sue forme in questa transizione.
Il comparto “Funzioni centrali” conterà circa 247mila occupati, mentre quello della “Funzioni locali” allineerà 457mila unità. La Sanità trattiene tra le sue fila 531mila lavoratori, mentre “Istruzione e ricerca”mette insieme 1,1 milioni di lavoratori. Va detto che al fine di accompagnare la transizione al nuovo assetto contrattuale, i sindacati avranno un breve periodo di tempo per realizzare processi di aggregazione o fusione.
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L’intesa ridefinisce anche le aree dirigenziali, ovverosia gli ambiti sui quali saranno negoziati gli specifici accordi riguardanti la dirigenza pubblica. Per quel che qui più interessa rileva segnalare che l’area “Funzioni locali” avrà una consistenza di 15.300 dirigenti (oltre agli enti locali, vi rientrano i dirigenti amministrativi, tecnici e professionali degli enti e delle aziende del comparto Sanità e i segretari comunali e provinciali).
A parere dell’ARAN il nuovo accordo conduce ad una notevole semplificazione dell’attività negoziale: “In passato, per gli 11 comparti e le 8 aree dirigenziali, era necessario concludere 38 accordi ogni 4 anni. Oggi gli accordi da fare scendono a 8 per un triennio contrattuale”.
Qui disponibile il testo definitivo del contratto collettivo nazionale quadro siglato ieri.
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