Non meno di 4 miliardi. Tanto dovrà garantire per il 2014 la prima fase delle nuova spending review selettiva, accompagnata dal piano di razionalizzazione degli incentivi alle imprese e dai primi effetti della potatura della giungla delle agevolazioni fiscali. Proprio attorno a questo mix d’interventi, infatti, i tecnici del ministero dell’Economia contano di allestire l’impalcatura contabile che dovrà sorreggere la prossima legge di stabilità attesa per metà ottobre.
L’istruttoria a via XX settembre è stata appena avviata. Ma molte opzioni sono già state prese in considerazione nelle scorse settimane. Il fulcro delle coperture sarà rappresentato dalla nuova spending review, che il prossimo anno dovrebbe garantire almeno 2-2,5 miliardi per poi salire progressivamente, a partire dall’anno successivo, a quota 3,5-4 miliardi. A gestire le operazioni sarà il nuovo commissario straordinario che dovrebbe essere nominato entro la fine di settembre.
La nuova spending review sarà selettiva e progressiva e introdurrà il vincolo dei costi e dei fabbisogni standard per tutte le amministrazioni, in primis quelle locali. Gli interventi allo studio dovrebbero interessare tutti i settori gestiti a livello territoriale: dalla sanità al trasporto locale passando per le ex municipalizzate e per tutte le società sotto l’influenza degli enti locali. Con un occhio molto attento alle spese di servizio (forniture, carburanti per mezzi utilizzati dalle amministrazioni, alle consulenze e agli incarichi, a partire da quelli delle ex municipalizzate). Se sarà superato il costo standard di riferimento (calcolato sul fabbisogno relativo a quantità e qualità dei servizi realmente erogati) scatterà una sorta di clausola di salvaguardia: tagli lineari automatici o riduzione dei trasferimenti.
Non a caso nelle scorse settimane il ministero dell’Economia ha accelerato la mappatura dei fabbisogni di Comuni e Province. Su questo fronte da tempo a via XX settembre sta lavorando la Copaff (Commissione tecnica per l’attuazione del federalismo fiscale). I risultati di questo lavoro verranno incrociati con le indicazioni della Ragioneria generale dello Stato. Toccherà poi al nuovo commissario tirare le somme sulla base della strategia che nei prossimi giorni sarà definita dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, insieme ai suoi tecnici.
Tra le opzioni all’esame c’è anche quella di rafforzare il ruolo della Consip come centrale di riferimento degli acquisti di tutte le amministrazioni e razionalizzare ulteriormente la spesa per beni e servizi (soprattutto sul versante sanitario) senza però aprire la strada ad un vera e propria stretta per non rischiare nuovi effetti recessivi. Ai 2-2,5 miliardi della spending review si dovranno aggiungere 1-1,5 miliardi dal riordino degli incentivi alle imprese e dalla scrematura delle agevolazioni fiscali. Nel primo caso a via XX settembre si pensa di rimodellare e rivitalizzare il piano Giavazzi (fin qui rimasto sulla carta). Sul versante degli sconti del fisco la partita si gioca in Parlamento sulla delega fiscale. Il Governo conta su un’approvazione rapida. Che però non è scontata. Il testo dovrebbe approdare in Aula alla Camera entro l’inizio di ottobre ma poi dovrà andare al Senato.
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