Diciamolo con franchezza: un po’ ci mancheranno. Le ordinanze dei sindaci a cui la sentenza della Corte costituzionale di ieri ha posto argine (si veda l’articolo sopra) difficilmente sono riuscite a incidere sulla buona educazione dei consociati, qualche volta forse hanno contribuito a limitare eccessi – si pensi alla vendita di alcolici a minorenni – ma senz’altro in questi tre anni sono quasi sempre riuscite ad appagare le fantasie pindariche dei più esigenti, o anche dei più dotati di sense of humor. La cronaca, soprattutto delle prime calde settimane d’agosto del 2008, coincise con l’esordio dei sindaci?sceriffi e davvero seppe non tradire le attese. A cominciare da un comune trentino, che affrontò il problema alla rovescia: «È assolutamente vietato danneggiare o rubare cartelli che recano messaggi di divieto», pena 428 euro. O chi preferì la strategia di prevenzione (e punizione) a macchia di leopardo urbano (Torino): «Vietato mangiare e bere per strada e abbandonare i rifiuti di questa attività», ma solo nel Borgo di San Salvario, evidentemente al Balun si può ancora fare. E che dire di Parma, che in meno di un mese approntò sette ordinanze sette per rieducare cittadini (e ospiti?) in materia di atti vandalici, bullismo, bivacco, accattonaggio molesto, schiamazzi e prostituzione sulle strade? Proprio la prostituzione su libera strada si mostrò cavallo di battaglia dei sindaci, soprattutto al nord. Brescia in poche ore statuì che anche la sola contrattazione al finestrino poteva costare 576 euro (destinatario il Comune, però), e distaccò guardie giurate anti-lucciole ai distributori di benzina, mentre a Sanremo conveniva valutare l’urbanità del-l’abbigliamento di persona di sesso femminile, prima di chiedere informazioni stradali. Vicenza tosto cancellò il divieto di sdraiarsi nei giardini, trasferendolo però alle panchine. Già, le panchine: a Novara mai più di tre persone per ognuna, a Voghera – meno intransigenti – multe solo dal quinto occupante in su. Vietato rilassarsi in gruppi sediziosi o sgangherati, insomma, ma a Firenze hanno saputo andare oltre, sanzionando chiunque si sdrai a terra in punti di passaggio: ancora oggi non è chiaro come regolarsi con i frequenti malori estivi di turisti.
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