PADOVA – «La stessa risoluta determinazione posta nell’iter della legge sulle intercettazioni, avremmo voluto vederla nel perseguire politiche e azioni per la crescita economica». E a pronunciare queste parole su un tappeto di applausi scroscianti è un imprenditore che non si può certo dire di sinistra: Francesco Peghin, presidente di Confindustria Padova. Parole pronunciate di fronte a diverse centinaia di associati, dettate dall’esasperazione, perché, come ha spiegato poco dopo, «la misura è colma». Lo scenario è quello dei padiglioni fieristici di Padova (prove tecniche per il futuro centro congressi?), l’occasione è il convegno/ tavola rotonda dal titolo «Il tempo dell’impresa – Cento anni di industria padovana tra storia e futuro». Obiettivo dichiarato della categoria: difendere la «linea Maginot» fatta dalla base produttiva e dal lavoro, ad ogni costo e nonostante i pesanti attacchi della crisi economica. Inevitabile, anche per la presenza del governatore del Veneto Luca Zaia, gli accenni al federalismo fiscale definito dallo stesso governatore non una «ipotesi, ma l’unico vero modo per uscire dalla crisi». «Il Veneto ha un residuo fiscale, ovvero una differenza tra le entrate e le uscite sul territorio – ha continuato Peghin – di 20,9 miliardi di euro, 4.315 euro a testa, utilizzati però per ripianare i disavanzi delle Regioni del Sud». Correggere questo stato di cose, ha poi continuato il numero uno di Confindustria Padova, è un dovere, «non lasci il governatore Zaia che il federalismo fiscale venga soffocato nella culla». Ma nonostante gli scarsi trasferimenti, nonostante la manovra finanziaria del governo che sembra promettere al Veneto tagli per 352 milioni di euro, il governatore Zaia toglie ogni dubbio: «Di restituire a Roma delle deleghe nemmeno se ne parla, continueremo anzi a chiederne di più». La scommessa per l’associazione degli industriali è ora quella di fare sistema a 360 gradi: creare un tavolo permanente per l’Innovazione, andare avanti con il progetto della Federazione delle Università del Veneto (proposta criticata invece da Mario Carraro, presidente del Gruppo Carraro, e amante piuttosto di una «sana concorrenza» tra gli atenei). Tra le proposte avanzate da Peghin compare anche l’idea di destinare le entrate della lotta all’evasione ad alleggerire il peso fiscale sui contribuenti onesti, di eliminare il costo del lavoro dall’imponibile Irap, di incentivare la ricerca con il credito d’imposta».
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