E’ il primo passo verso l’attuazione del fascicolo digitale del paziente che consentirà di avere tutte le informazioni sanitarie su ogni assistito in tempo reale ed in qualsiasi ospedale. È quanto prevede il progetto Veneto Escape, a cui sta lavorando il consorzio Arsenàl: un programma finanziato al 40% attraverso il ministero per la Funzione pubblica ed innovazione, al 60% dalla regione, per un totale di 4,435 milioni. Varato nell’ottobre 2009 (termine previsto giugno 2012) prevede lo sviluppo in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere regionali della firma digitale e dei sistemi di trasmissione, archiviazione, estrazione, distribuzione e conservazione sostitutiva dei referti. Apripista fu l’Ulss 9 di Treviso che nel 2001 creò un sistema di refertazione digitale degli esami di laboratorio, con trasmissione elettronica ai destinatari interni (reparti) o esterni (medici di medicina generale e pazienti), limitando spostamenti e accessi all’ospedale. Nel 2007, la soluzione Escape è stata inserita nel catalogo delle applicazioni replicabili dal DigitPa, ex Cnipa (Centro internazionale per l’informatica della pubblica amministrazione); nel 2009 ne è stato cofinanziato il riuso per le regioni Veneto e Lazio. I vantaggi attesi dall’adozione del sistema sono economici, organizzativi e clinici. La digitalizzazione del referto sanitario permetterà infatti di superare la gestione cartacea, abbattendo i costi; archiviazione e trasmissione elettronica ridurranno l’afflusso dei cittadini agli sportelli sanitari diminuendo i tempi di attesa. La soluzione permetterà infine di ottimizzare la condivisione dei documenti clinici tra reparti dello stesso ospedale o tra centri specialistici di altre strutture, consentendo consulti online. Il primo step riguarderà i referti degli esami di laboratorio, seguirà la diagnostica per immagini. «All’atto delle analisi ? sintetizza il direttore generale di Arsenàl, Luciano Bastoni ? al paziente sarà consegnata una password da utilizzare per scaricare il referto, collegandosi al sito dell’azienda sanitaria di appartenenza, indipendentemente dal centro regionale in cui è stato effettuata la prestazione». L’obiettivo è raggiungibile uniformando e rendendo interoperabili i sistemi già in uso. Un lavoro imponente se si considera che la distribuzione dei referti online al cittadino è un servizio offerto finora da sette aziende su 23, l’uso della firma digitale è attivo in 13 Ulss e solo sei possiedono un sistema di conservazione legale dei referti firmati. Una sola usa codifiche standard per l’interoperabilità.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento