La decisione del Cipe darà un segnale forte di discontinuità rispetto all’era Tremonti: obiettivo del premier e del ministro Passera è quello di arrivare a un elenco certo di opere finanziate, superando lo stato di incertezza creato dai tagli al Fas ancora da fare per circa 3,5-4 miliardi e dalle lunghe liste di opere «revocabili» per 7-8 miliardi volute dall’ex ministro dell’Economia.
Ma a segnare questa «fase 2» saranno soprattutto le liberalizzazioni: si ripartirà dallo stop impresso alla Camera su farmacie e taxi. Un’idea sul tappeto è quella di rispolverare il Ddl sulla concorrenza previsto dalla legge sviluppo del 2009 ma rimasto in un cassetto. Al suo interno potrebbe essere inserita una norma cornice per aprire l’accesso alle attività economiche, valida per tutti i settori, e interventi sui comparti ‘censurati’ dall’Antitrust. Di farmaci e taxi si è detto. Ma nel mirino ci sono anche i servizi a rete. Come le concessioni autostradali che l’Autorità per la concorrenza ha considerato, insieme a quelle aeroportuali, di durata eccessiva. Dell’elenco potrebbero poi fare parte i carburanti, dove si potrebbe andare verso la libertà di approvvigionamento dei gestori, il gas e le poste. Se il Governo decidesse di stringere i potrebbe optare per un Dl.
A prescindere dal veicolo normativo, lo Sviluppo economico sta pensando a misure di sostegno per l’internazionalizzazione. Si va dall’accelerazione sull’Agenzia per il commercio estero, la nuova Ice, a sgravi fiscali per le aziende che sfruttano il contratto di rete per andare oltre confine. Senza tralasciare l’ipotesi di riservare una quota del Fondo di garanzia alle imprese che decidono di affacciarsi sui mercati internazionali.
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