Nei Comuni si apre la «guerra del gas»

Energia. Da gennaio 2013 gara obbligatoria per i 15 ambiti

Il Sole 24Ore
28 Settembre 2011
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C’era una volta l’affidamento diretto della distribuzione del gas. Dal Comune alla società concessionaria, senza passaggi intermedi. Dal 1. gennaio 2013 sarà obbligatorio andare a gara “unica”, come previsto dal decreto legislativo del 1 giugno 2011 numero 93: “Attuazione delle direttive della Comunità europea relative a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica, del gas naturale e ad una procedura comunitaria sulla trasparenza dei prezzi al consumatore finale». Un precedente decreto del ministero dello Sviluppo, datato 19 gennaio 2011, ha individuato 177 ambiti territoriali minimi (Atm, comprendenti ognuno decine di municipi) in tutta Italia. Ogni Atm dovrà predisporre un’unica gara per affidare il servizio a un solo gestore. In Veneto gli Atm sono quindici: Città di Verona e Nord, Pianure veronesi, Vicenza 1, Vicenza 2, Vicenza 3, Vicenza 4, Treviso sud, Treviso nord, Belluno, Laguna veneta, Entroterra e Veneto orientale, Padova 1, Padova 2, Padova 3 e Rovigo. Ma i Comuni veneti sono pronti a questa maxi-rivoluzione del settore? Così così. Nel Trevigiano, ad esempio, il meccanismo si è già inceppato al primo step. I municipi di Crocetta del Montello, Volpago del Montello, Pederobba, Possagno, Valdobbiadene, San Biagio di Callalta e Monastier non intendono affidare ad Ascopiave, attuale gestore, la valutazione della rete del gas. «La legge prevede un indennizzo al gestore uscente – spiega Eugenio Mazzocato, sindaco di Crocetta del Montello – Questa cifra è commisurata al valore industriale residuo della rete di ogni comune e dovrebbe essere corrisposta dal gestore subentrante. La società concessionaria uscente ha tutto l’interesse a definire un indennizzo elevato: costituisce patrimonio aziendale e, soprattutto, una barriera all’ingresso di potenziali concorrenti». Secondo Mazzocato non è dunque corretto che Ascopiave provveda ad effettuare questo tipo di valutazione economica. «Il nostro Comune, come altri sei della Provincia, non ha ancora approvato in consiglio comunale la convenzione con Ascopiave – conclude il sindaco – Ci vorrebbe un ente terzo, come Anci Veneto. Fra gli altri interventi, chiederemo al futuro gestore di portare la rete del gas anche in via Santa Polonia, dove abitano dodici famiglie. Poco importa se non ci sarà un ritorno economico per il medesimo servizio. Anche quei residenti hanno diritto all’allacciamento». Da parte sua Ascopiave fa sapere che il procedimento si sta svolgendo in maniera del tutto regolare. «La definizione concordata del valore industriale residuo consentirà di limitare il rischio di contenzioso in sede di predisposizione delle gare – si legge in una nota del gruppo – L’obiettivo è evitare che queste gare vengano avviate in un clima di incertezza. Stiamo proseguendo le trattative per giungere alla stipula della convenzione con gli altri comuni dell’Atm». Nicola Mazzonetto, direttore di Confservizi Veneto, pone la questione in altri termini: «Le stime delle reti del gas vengano pure eseguite da aziende miste pubbliche private. Basta che adottino un sistema sopra le parti, nell’interesse degli utenti. La questione davvero importante è un’altra: occorre che i Comuni prestino massima attenzione al contenuto dei contratti che vanno a firmare. In primo battuta, è fondamentale che il gestore, qualunque esso sia, fornisca gas ad alta potenza calorifica. In passato abbiamo ricevuto segnalazioni di paesi, in particolare di campagna, dove il gas arrivava a singhiozzo. E la classica pentola dell’acqua non bolliva mai. Infine, è necessario predisporre bollette chiare e trasparenti».

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