In poche parole, il presidente del Consiglio prefigura un percorso a più tappe: subito le semplificazioni, mentre la riforma fiscale con relativo taglio delle tasse e riordino delle agevolazioni dovrebbe confluire nella nuova delega fiscale, con relativa “traduzione” contabile degli sconti di imposta nella legge di stabilità. Quanto al pareggio di bilancio nel 2013, Monti immagina un apporto più consistente dei tagli alla spesa, in primo luogo attraverso la spending review, così da “alleggerire” la manovra «salva-Italia», che al pari delle due manovre che l’hanno preceduta nel corso del 2011, fa leva per oltre il 65% sull’apporto di nuove entrate. La copertura per la prima tranche di riduzioni fiscali sarebbe assicurata dai proventi della lotta all’evasione. Finora – spiega Monti – il Governo si è attestato su una linea di estrema prudenza, e non ha indicato alcuna cifra ex ante. «Ci attendiamo benefici robusti dalla lotta all’evasione».
Il provvedimento in arrivo venerdì si caratterizza al contrario per un «beneficio qualitativo», mentre l’istituzione del relativo fondo costituirà una sorta di “prenotazione” del gettito futuro con esclusiva destinazione ai «contribuenti onesti».
Operazione che fa parte a pieno titolo della strategia di politica economica del Governo, al pari della ribadita e secca contrarietà a ogni forma di condono. È proprio questa linea ad aver per ora indotto l’Esecutivo a una sorta di supplemento di istruttoria rispetto all’ipotesi di possibili accordi bilaterali con la Svizzera. «È il tema della grande evasione, spiega Monti. La stiamo valutando con una grande attenzione a non trasformare l’eventuale intesa in una sanatoria». «Nessun condono», ribadisce. Quanto infine sull’Ici relativa ai beni commerciali della Chiesa, Monti spiega che la questione «è in dirittura d’arrivo», anche se non è del tutto certo che possa viaggiare «sul decreto di venerdì». Occorrono misure più incisive sulla crescita? Monti concorda: «Finora abbiamo agito con risorse e orizzonti limitati».
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