ROMA – Oltre dieci punti di distacco a Milano, addirittura trenta a Napoli. E poi Trieste e Cagliari: un 4 a 0 nelle quattro città dove i ballottaggi erano più attesi e più significativi. E complessivamente 9 a 4 nei comuni capoluogo e 4 a 2 nelle province. I ballottaggi di ieri e domenica hanno assunto un sapore amarissimo per il centro-destra al governo del Paese e per il premier Silvio Berlusconi. Che per la prima volta dalla discesa in campo nel lontano 1994 rinuncia a rilanciare la palla nel campo avverso e ammette: «Abbiamo perso, questo è evidente». Una sconfitta che attraversa un po’ tutta l’Italia, da Nord a Sud, ma che ha soprattutto il volto dei due grandi vincitori di questa tornata: Giuliano Pisapia nuovo sindaco di centro-sinistra di Milano dopo 18 anni di amministrazione di centro-destra con il 55,1% contro il 44,9% raccolto dal sindaco uscente Letizia Moratti; e Luigi de Magistris, l’ex pm d’assalto dell’inchiesta Why not, nuovo sindaco di Napoli con percentuali da vero e proprio plebiscito: 65,4% contro il 44,6% raccolto dal candidato sindaco del centro-destra Gianni Lettieri, che pure al primo turno era in vantaggio con il 38,6% contro il 27,6% di de Magistris. L’ex pm 43enne ha confermato i suoi voti, più quelli del candidato del Pd al primo turno Mario Morcone, più quelli del candidato del Terzo polo Raimondo Pasquino e ne ha guadagnati molti altri ancora. Con un risultato che ha dell’incredibile, agli occhi degli stessi napoletani. E poi Cagliari. Il candidato 35enne del centro-sinistra Massimo Zedda, vendoliano che ha vinto come Pisapia le primarie contro un esponente del Pd, sbaraglia al ballottaggio e conquista il capoluogo della Sardegna governato ininterrottamente da 17 anni dal centro-destra. Sonora batosta per il Pdl, con il segretario regionale del partito Mariano Delogu che parla di «numeri impressionanti»: ossia 59,4%, contro il 40,6% del pdl Massimo Fantola, uno scarto di quasi 19 punti. E poi ancora Trieste, dove il centro-sinistra si conferma in provincia con Maria Teresa Bassa Poropat (58,7%) e strappa al centro-destra anche il comune con Roberto Cosolini (57,4%). Numerosi i passaggi di fronte a favore del centro-sinistra. Passaggio di peso quello di Novara, feudo del governatore del Piemonte Roberto Cota, dove il candidato del centro-sinistra Andrea Ballarè è riuscito a battere lo sfidante leghista Mauro Franzinelli (che aveva chiuso il primo turno con un incoraggiante 45,9%) imponendosi con il 52,9% dei voti. Non è riuscito al centro-destra di insidiare la roccaforte “rossa” Mantova in terra lombarda, dove ha vinto il candidato democratico Alessandro Pastacci (53,6%) contro quello leghista Gianni Fava (46,4%), che fino all’ultimo ha sperato nel non schieramento dell’Udc. Si conferma sindaco di Varese, invece, il leghista Attilio Fontana, forte dell’appoggio esplicito dei centristi, con il 54,1%. Ma la sconfitta del centro-destra entra fin nel cuore dei luoghi simbolo. Rosalba Colombo strappa al centro-destra il luogo del potere berlusconiano, Arcore. E cade sotto i colpi di quello che sembra essere un vento nuovo anche un’altra cittadina simbolo, questa volta della Lega: Gallarate. Qui il centro-sinistra si è avvantaggiato della divisione interna agli avversari. Il Senatur aveva infatti gettato nell’agone una sua fedelissima, Giovanna Bianchi Clerici, consigliere d’amministrazione della Rai, mentre il Pdl, con la candidatura di Massimo Bossi, aveva ribadito la sua determinazione a conservare il comune. La Bianchi Clerici ne ha fatto le spese al primo turno. E Bossi ha pagato dazio al secondo consegnando Gallarate al centro-sinistra con la vittoria di Edoardo Guenzani. Con lo strascico dei leghisti accusati dagli azzurri di non aver votato al secondo turno. Il centro-destra si consola con la provincia di Reggio Calabria e con i comuni di Rovigo, Cosenza e Iglesias. Per il centro-sinistra una vittoria che attraversa dunque tutto il Paese e che segna senza dubbio un “cambio di vento”. Ma è una vittoria che non sarà facile da gestire: il fatto stesso che a vincere nelle piazze più significative (Milano, Napoli, e anche Cagliari) siano stati candidati che non vengono dal Pd ma che anzi al Pd si sono contrapposti alle primarie di coalizione la dice lunga sui problemi del partito di Bersani. Ma ieri, intanto, la festa nelle piazze.
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