Domani Milano approverà uno dei bilanci più difficili della sua storia, un bilancio che poggia per 120 milioni di euro sull’aumento dell’aliquota Imu sull’abitazione principale dal 4 al 6 per mille.
Se le compensazioni statali non ne terranno conto, quei 120 milioni saranno da trovare in altro modo, a pochi giorni dalla scadenza dei termini per ritoccare il preventivo e a poco più di un mese dalla fine dell’esercizio finanziario.
Basta questo per spiegare il problema di Milano, che però non si esaurisce sulla questione Imu: le difficoltà dei conti milanesi sono più grandi, non solo per le dimensioni della città.
Le leve fiscali alternative sono state utilizzate quasi tutte, a partire dall’aumento generalizzato all’8 per mille dell’addizionale Irpef che accompagna anch’esso il bilancio preventivo in via di approvazione. Rimane l’esenzione per i redditi fino a 21mila euro, ma ritoccarla nuovamente al ribasso è anche politicamente spinoso perché fino al 2012 l’Irpef milanese ignorava tutti i redditi fino a 33.500 euro.
A motivare la cura fiscale di Milano ci sono anche i parametri di finanza pubblica che penalizzano Palazzo Marino. Lunedì è stata diffusa dal ministero dell’Interno la distribuzione dei tagli chiesti dalla spending review, e il pegno di Milano si è attestato a 131,8 milioni, cioè 101 euro ad abitante: il doppio della media (il taglio complessivo è da 2,25 miliardi). La colpa è della spesa corrente della città, gonfiata però anche dai contratti di servizio per il trasporto, esteso ai Comuni dell’hinterland e compensato con meccanismi che però sfuggono ai parametri concentrati solo sulle uscite. In teoria la spending avrebbe dovuto colpire solo la spesa di funzionamento della macchina amministrativa, ma i parametri reali hanno abbracciato nel conto anche i servizi. Lo stesso problema (come anticipato sul Sole 24 Ore dell’11 novembre) ritorna nei parametri che guideranno il Patto di stabilità 2014 e che si fondano su una base di calcolo analoga: «Sarebbe una vergogna se finisse così, proprio alla vigilia di Expo – ha riassunto ieri il sindaco di Milano Giuliano Pisapia commentando i dati -, e ci impegneremo affinché nel dibattito parlamentare ci sia un cambiamento significativo».
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento