Zero conferimento in discarica, massimizzazione del riciclo e del riutilizzo, ma prima di tutto prevenzione: queste sono le parole d’ordine dettate da Bruxelles per favorire una gestione del settore rifiuti compatibile con la difesa dell’ambiente e socialmente accettabile
È da qui che ha preso l’avvio il workshop organizzato dal Safe, il Centro studi della Sostenibilità fonti energetiche, che ha visto il tema del riciclo al centro del confronto svoltosi questa mattina nella Sala Capitolare del Chiostro di Piazza della Minerva a Roma. A margine del convegno è intervenuto il Presidente di Assorimap, Corrado Dentis che ha sottolineato il gap ancora esistente tra alcuni dei paesi europei più virtuosi da tempo avviati verso la società del riciclo e l’Italia. “Il nostro Paese – ha detto Dentis – in molti casi guarda ancora ai rifiuti come un problema e non come una fonte di ricavi. Ed in più con il paradosso che le imprese di riciclo devono andare a comprare, rifiuti di plastica da altri paesi per avere “materia prima” da lavorare. La media italiana dei rifiuti urbani avviata a riciclo e compostaggio si attesta sul 30% contro la media europea del 40% – aggiunge il presidente di Assorimap – mentre poco meno del 50% viene smaltito in discarica e non mancano punte che sfiorano il 70% in alcune regioni. Dobbiamo smettere di gettare nei cassoni dell’indifferenziata bottiglie e flaconi di plastica che costituiscono materia prima per generare altri prodotti ma soprattutto che generano ricchezza”. Anche se secondo i dati del 2012 forniti da Assorimap-Cna, l’associazione che riunisce oltre il 90% del volume di materia plastica riciclata da post-consumo in Italia, si è visto un sensibile incremento della raccolta differenziata di imballaggi (+4,8%) con cifre pari alle 693 mila tonnellate di plastica avviata a riciclo, pur tuttavia il confronto con l’immesso a consumo sul mercato di oltre 2 milioni di tonnellate rappresenta ancora un divario troppo marcato. “La raccolta differenziata della plastica – spiega Walter Regis, Direttore di Assorimap – vede ancora troppo divario tra Nord e Sud. Mentre il Nord si attesta su una media di raccolta di 16 kg. per abitante, nelle regioni come Calabria e Sicilia si raggiungono a fatica i 3 kg. In molti casi – dice ancora Regis – va anche rivisto il meccanismo previsto dal Corepla per le compensazioni ricevute dai Comuni per l’attuazione dei servizi di differenziata dove bisognerebbe esercitare un controllo di qualità sulla raccolta”. A fine anno, intanto, scade la possibilità di conferire in discarica rifiuti di plastica che hanno una considerevole presenza di idrocarburi. Il problema è che oggi il costo di smaltimento è minore del costo di incenerimento, per cui la questione potrebbe arrivare sul tavolo del Ministro dell’Ambiente per la definizione delle linee guida del passaggio dalla discarica ad altre forme di gestione e naturalmente analizzando i relativi costi.
(Fonte: Ansa)
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