Medici, l’intramoenia si espande

Il decreto Balduzzi sulla sanità, definitivamente messo a punto, è pronto per la Gazzetta

Italia Oggi
12 Settembre 2012
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L’attività libero-professionale dei medici si espande e la dirigenza medica verrà selezionata con maggiore rigore.

Il «decreto Balduzzi» definitivo di riforma degli assetti organizzativi del sistema sanitario nazionale, che sarà in G.U. in questi giorni, incide fortemente su due capisaldi essenziali per il funzionamento del Ssn.

Attività libero-professionale intramuraria. Sulla base di una ricognizione da compiere entro il 30 novembre 2012, le regioni potranno autorizzare le aziende sanitarie ad acquisire spazi ambulatoriali esterni, aziendali e pluridisciplinari, da destinare all’esercizio di attività sia istituzionali sia in regime di libera professione intramuraria ordinaria. Si potenziano logistica e servizi sanitari anche al di là dei confini delle strutture pubbliche e, simmetricamente, si permetterà ai medici di esercitare l’attività libero professionale in quelle sedi. Non solo: laddove si dimostri l’indisponibilità di spazi per l’esercizio dell’attività libero-professionale, le regioni possono autorizzare le aziende sanitarie ad adottare un programma sperimentale che consenta di svolgere le attività, in via residuale, presso gli studi privati dei professionisti. Ciò a condizione che siano collegati in rete con i programmi informatici delle strutture sanitarie e che si sottoscriva una convenzione annuale rinnovabile tra il professionista interessato e l’azienda sanitaria di appartenenza, sulla base di uno schema tipo. Convenzione attivabile purché il fatturato del medico professionista sia pari o superiore a 12 mila euro annui. Si mira anche a facilitare la concessione delle autorizzazioni, allo svolgimento delle attività professionali e soprattutto a favorire il pagamento in chiaro delle prestazioni: ogni somma deve essere versata dai pazienti «al competente ente o azienda del Servizio sanitario nazionale, mediante mezzi di pagamento che assicurino la tracciabilità della corresponsione di qualsiasi importo». Laddove il pagamento sia effettuato in favore di singoli studi professionali convenzionati e in rete telematica, il titolare dovrà acquisire la strumentazione necessaria ai pagamenti telematici entro il 30 aprile 2013.

Trasparenza delle tariffe. Si stabilisce, di conseguenza, di definire, d’intesa con i dirigenti interessati e previo accordo in sede di contrattazione integrativa aziendale, gli importi a carico dei pazienti. Detti importi dovranno remunerare «i compensi del professionista, dell’équipe, del personale di supporto, articolati secondo criteri di riconoscimento della professionalità, i costi pro-quota per l’ammortamento e la manutenzione delle apparecchiature» oltre ad assicurare la copertura di tutti i costi diretti ed indiretti sostenuti dalle aziende, tra i quali anche quelli connessi al servizio di prenotazione delle visite, alla riscossione degli onorari e all’adeguamento delle infrastrutture telematiche. Il 5% del compenso del libero professionista resterà, comunque, all’ente o azienda del Ssn, vincolata ad interventi di prevenzione ovvero volti alla riduzione delle liste d’attesa.

Dirigenza sanitaria. Meno spazio alla discrezionalità della politica per fare largo a procedure più selettive e attente alle professionalità e ai risultati. Il decreto obbliga a nominare i direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale, selezionandoli da un elenco regionale di idonei da costituire previo avviso pubblico e selezione. Questa sarà curata da una commissione costituita in prevalenza da esperti indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti dalle regioni. Per la selezione occorrerà laurea e un’esperienza dirigenziale di almeno cinque anni nel campo delle strutture sanitarie, o di sette anni negli altri settori. Si tratta di un’esperienza pregressa di alto profilo manageriale, perché il decreto impone che sia stata svolta «con autonomia gestionale e con diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziari». Inoltre, i direttori generali non potranno avere età superiore ai 65 anni, alla data della nomina. Il decreto prevede modalità di selezione dei dirigenti delle strutture complesse (primari) e semplici analoghe a quelle previste per i direttori generali.

Valutazione. La «nuova» dirigenza sanitaria sarà oggetto di periodica valutazione dei risultati, sulla base di un sistema che ogni regione dovrà attivare, per controllare il raggiungimento dei risultati previsti dagli «obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi definiti nel quadro della programmazione regionale, con particolare riferimento all’efficienza, all’efficacia, alla sicurezza, all’ottimizzazione dei servizi sanitari e al rispetto degli equilibri economico-finanziari di bilancio concordati, avvalendosi dei dati e degli elementi forniti anche dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali».

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