Mattarella ai sindaci: malgrado la crisi e i sacrifici, i comuni restano punto di riferimento decisivo

L’intervento che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto davanti alla platea di sindaci ed amministratori riuniti a Torino per l’ultima giornata della XXXII Assemblea nazionale dell’Anci

2 Novembre 2015
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“Nonostante le ristrettezze e i sacrifici a cui sono sottoposte le politiche di bilancio e malgrado la lunga crisi economica, i comuni sono e restano decisivi nel passaggio che dobbiamo affrontare. Decisivi per la qualità della vita dei cittadini, per la qualità dei servizi e delle innovazioni, per l’integrazione, serena e ordinata, degli immigrati, per la creazione di quell’humus che deve tenere insieme sviluppo e lavoro, sostenibilità e solidarietà”. È questo il cuore dell’intervento che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto davanti alla platea di sindaci ed amministratori riuniti a Torino per l’ultima giornata della XXXII Assemblea nazionale dell’Anci.

“I Comuni sono la base dell’edificio democratico e non sono un’articolazione burocratica dello Stato centrale, ma sono dotati di una propria identità e rappresentano, uniti, un’infrastruttura essenziale per il rilancio del nostro Paese”, ha sottolineato il Capo dello Stato, ricordando che “la Repubblica comincia nei municipi”, mentre i “sindaci sono gli interlocutori istituzionali immediati e principali dei nostri concittadini”.

Accennando al tema del rapporto cittadini-isitituzioni, il Presidente ha sottolineato come “la politica, se vuole riconquistare la fiducia dei cittadini, deve rimettere in moto entrambi i suoi motori: da una parte la capacità di rispondere, qui e ora, alle domande, ai bisogni concreti, alle esigenze reali delle persone, utilizzando al meglio le risorse disponibili; dall’altra la voglia di progettare un domani migliore, di mettere in campo ideali e di attivare, nel dialogo, le migliori energie civiche, economiche, sociali, culturali”.

Mattarella si è poi soffermato sull’uscita dalla crisi annunciata dai dati socioecomici degli ultimi mesi. “Nessuno può illudersi che tutto tornerà d’incanto come prima della crisi. Dal modo con il quale sapremo utilizzare i fattori di ripresa, che ora diventano visibili, dipenderà – ha ammonito – molto del nostro futuro. Di quello italiano e di quello europeo, che sono sempre più strettamente connessi tra loro”.

Dal Presidente della Repubblica è arrivato anche un riconoscimento importante al ruolo dell’Anci. “Non siete il sindacato dei comuni. La vostra è un’Associazione che, nella sua nervatura, tiene in rete l’intero Paese. Non c’è un destino del Nord indifferente a ciò che accade nel Centro o nel Sud. E viceversa”. Ed ancora: “lo sviluppo dell’Italia, e anche il suo ruolo da protagonista nell’Unione europea, dipende in larga parte da uno sviluppo equilibrato del Mezzogiorno. Laddove crescono le distanze e le frattura, là si indebolisce tutto il potenziale nazionale, compreso quello delle Regioni che oggi esprimono gli indici economici migliori”.

Passando poi al tema delle riforme, il Capo dello Stato ha osservato come “le Città metropolitane, alle quali doverosamente è stato riservato un significativo rilievo nel sistema delle autonomie locali, rappresentano motori importanti di innovazione e di crescita, in tutto il mondo. L’aggregazione di competenze e la capacità progettuale nelle metropoli – ha aggiunto – attraggono investimenti e, dunque, possono fornire impulsi decisivi alla ripresa economica”.

Infine, un passaggio sui piccoli comuni. Se “potenziare le reti è necessario per la competitività del Paese, e per creare nuovo lavoro, è necessario ancor più in un territorio così vario come quello italiano”, osserva l’inquilino del Colle. “Senza reti rischieremmo di vanificare l’impegno di volontariato di tanti amministratori dei piccoli comuni, e tanta parte della nostra Italia diverrebbe luogo desolato e inospitale”, ha ribadito Mattarella. 
“Questo impone anche ai piccoli comuni di organizzarsi in sistema, dove questo è utile per l’interesse dei loro cittadini e per la tutela della loro stessa identità storica e ambientale. I processi aggregativi tra i comuni e i loro servizi hanno raggiunto numeri significativi: ma si potrebbe fare di più, e sarebbe saggio definire incentivi più efficaci”, ha concluso il capo dello Stato.

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