Alle variazioni con effetti fiscali non si scappa: in quel caso, per un rogito a regola d’arte, le planimetrie andranno rinnovate. Nell’incontro tra notai e agenzia del Territorio svoltosi a Roma il 30 giugno (si veda il «Sole 24 Ore» di ieri) i dirigenti dell’agenzia avevano fornito alcuni primi chiarimenti sui numerosi dubbi che i notai avevano posto in relazione all’obbligo, partito ieri, di ricevere nel rogito la dichiarazione dell’intestatario (si sottin-tende della partita catastale) sulla conformità allo stato di fatto della planimetria catastale. Il Territorio aveva spiegato che nell’interpretazione della norma ( articolo 19, comma 14, del Dl 78/2010) si doveva tenere conto della normativa precedente, che faceva riferimento esplicito alla consistenza (numero dei vani) e alla variazione di categoria o classe come criteri in base ai quali andava comunicata la variazione. In pratica, l’aspetto fiscale, dato che la rendita catastale, nelle varie zone censuarie è determinata proprio in base alla tariffa d’estimo relativa a categoria e classe, moltiplicata per il numero dei vani. A dire il vero, ha ricordato Franco Maggio, direttore centrale catasto del Territorio, in base al Rdl 652/1939, isti-tutivo del catasto moderno (si fa per dire) si prevedeva addirittura che, per alcune unità immobiliari di minor reddito (50 lire, cioè circa 35 euro di rendita) la planimetria non andava presentata: ma su questo aspetto oggi il Territorio non intende transigere, anche se si tratta di vani o micro fabbricati in piccoli comuni del sud. A ulteriore conferma che sugli aspetti fiscali non si scherza ma non è il caso di impuntarsi sulle righe della mappa che rivelano uno spostamento di qualche decina di centimetri della parete. Il principio, del resto, troverà una sanzione formale nell’emendamento 19.1000 del relatore, che prevede anzitutto che gli atti contenenti «diritti reali di garanzia» siano esclusi dall’obbligo di allineamento e di dichiarazione sulle planimetrie, e che in ogni caso la conformità alle mappe sia relativa «sulla base delle disposizioni vigenti in materia catastale». Quindi viene fatto un richiamo formale proprio alle norme che legano la variazione planimetrica alla variazione “fiscale”. Franco Maggio, rispondendo alle domande dei notai presenti, ha anche confermato che dal 2001 riprenderanno i controlli con le ortofoto: «Eviteremo che si creino nuove sacche di evasione con il monitoraggio del comma 12.L’agenzia deve accatastare tutto ciò che produce un reddito». Confermato anche il provvedimento, di imminente emanazione, sull’accesso telematico alle planimetrie: «occorrerà una delega per i professionisti, quindi per i notai l’accesso sarà agevolato». Anche sugli aspetti formali legati alla planimetria, non direttamente legati alla mappa ma alle questioni di toponomastica e intestazione Maggio ha ripetuto che è l’aspetto sostanziale quello che conta: «Stiamo lavorando per fare un archivio degli stradari confrontandoci con altre banche dati. Ma il cittadino può anche modificare la scheda attraverso il contact center, senza fare una variazione catastale». L’emendamento co-mporta anche una serie di correzioni che rendono più stretta la collaborazione con i comuni per quanto riguarda l’anagrafe immobiliare integrata e il loro accesso gratuito ai dati. Fatte salve anche le procedure di accertamento del comma 336 dell’articolo 1 della finanziaria 2005 (i controlli incrociati comuni Territorio) e quelle per individuare i fabbricati ex rurali.
Mappe a conformità fiscale
Fabbricati. I chiarimenti dell’agenzia del Territorio maturano nell’emendamento alla manovra
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