La Camera dei deputati ha approvato venerdì scorso in prima lettura la manovra economica del Governo Monti. I sì al decreto-legge n. 201 del 2011 sono stati 402, i no 75, gli astenuti 22. Il decreto-legge passa ora al Senato per la seconda lettura che avverrà in settimana: il provvedimento, senza modifiche, sarà legge entro Natale. Hanno votato contro la manovra i deputati di Idv e Lega, oltre a Iannaccone (Noi sud), Stracquadanio (Pdl), Orsini e Scilipoti (Popolo e territorio). Si sono astenuti 12 deputati del Pdl (Bergamini, Biancofiore, Biasotti, Bocciardo, Castellani, Del Tenno, Marini, Martino, Moles, Sbai, Speciale); 9 di Popolo e territorio (Cesario, Lehner, Moffa, Mottola, Nola, Pionati, Polidori, Razzi, Stasi); un deputato delle minoranze (Nicco). Non hanno partecipato al voto 66 deputati del Pdl (tra cui Bernini, Brambilla, Cossiga, Crosetto, Gelmini, Ghedini, Frattini, La Russa, Mantovano, Nirenstein, Pecorella, Romani, Rotondi, Scajola, Stanca, Tremonti); 10 di Fli (tra cui Bongiorno, Briguglio e Granata); 10 di Popolo e territorio (tra cui Calearo, Guzzanti e Siliquini); 8 della Lega (tra cui Maroni); uno dell’Idv (Di Pietro); 6 del Pd (tra cui D’Antona); uno dell’Udc (Merlo).
Vista l’impossibilità di ritoccare il testo uscito dalle Commissioni, l’aula ha comunque dato via libera a una serie di ordini del giorno, alcuni con l’appoggio del Governo, che interessano da vicino le amministrazioni locali. L’esecutivo, ad esempio, ha accolto l’ordine del giorno di Gabriella Giammanco sull’Ici agli immobili della Chiesa. L’esecutivo ha dato parere contrario invece alle richieste in materia di Lega e Idv. Il testo della deputata del Pdl impegna il governo “a valutare l’opportunità di affrontare e definire, considerato il valore sociale delle attività svolte da una pluralità di enti no profit e, tra questi, gli enti ecclesiastici, la questione relativa al pagamento dell’Imu sugli immobili parzialmente utilizzati a fini commerciali”. “Il parere favorevole del Governo al mio ordine del giorno con cui l’Esecutivo si è impegnato ad affrontare e definire la questione relativa al pagamento dell’Imu da parte della Chiesa sugli immobili parzialmente utilizzati a fini commerciali dimostra che esiste un problema reale sull’argomento. La mia iniziativa, infatti, ha ricevuto un sostegno bipartisan, che conferma come sia a destra che a sinistra ci siano visioni comuni su questa tematica” ha dichiarato Giammanco. “È necessario, quindi, avviare una collaborazione serena con la Santa Sede, che porti a un testo di legge che non ponga dubbi interpretativi e che possa condurre la Chiesa al sicuro pagamento dell’imposta comunale su tutti gli immobili utilizzati a scopo commerciale” continua. “In questo modo si porrebbe fine a contenziosi e obiezioni sollevate da più parti sulla bontà della legge del 2006, da molti considerata lesiva della concorrenza, e si ripristinerebbe in modo inequivocabile il principio dell’equità fiscale” conclude Gammanco.
Parere favorevole anche a un ordine del giorno alla manovra della Lega, che è stato accolto, in cui si impegna “a prevedere che le spese notarili correlate alla stipula dei contratti di mutuo per l’acquisto della prima casa e per la ristrutturazione delle medesima siano a carico dell’istituto di credito mutuante”. Accolti poi due ordini del giorno, firmati da tutti i partiti che sostengono l’esecutivo Mario Monti, per un ammorbidimento della riforma delle pensioni. Il primo testo impegna il governo “a valutare l’opportunità di un’integrazione della disciplina delle deroghe per l’applicazione del nuovo sistema pensionistico che tenga conto della particolare condizione di quei lavoratori di cui in premessa che, pur con un’età anagrafica prossima ai previgenti limiti per l’accesso alla pensione, rischiano di trovarsi senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e con la prospettiva di dover attendere ancora molti anni per poter accedere alla pensione”. L’o.d.g. è firmato Gnecchi, Damiano, Moffa, Antonino Foti, Poli. Il secondo ordine del giorno impegna il governo “ad adottare ogni iniziativa utile, sin dai prossimi provvedimenti di carattere economico-finanziario che si dovessero ritenere opportuni, volta a superare il meccanismo di decurtazione dell’assegno pensionistico per i lavoratori che hanno maturato un’anzianità contributiva di 42 anni e un mese per gli uomini, e 41 anni e un mese per le donne, a prescindere dalla loro età anagrafica”. Il testo è stato presentato da Damiano, Moffa, Foti, Crosetto, Poli.
Forti infine le iniziative sull’asta delle frequenze Tv, il cosiddetto Beauty contest, una cui riapertura potrebbe portare inaspettate risorse aggiuntive tali da ammorbidire alcuni capitoli della manovra. Un ordine del giorno a firma Roberto Maroni impegna il governo “ad annullare il bando di gara per l’assegnazione di diritto d’uso di frequenze in banda televisiva ed il conseguente disciplinare di gara che finirebbero per implementare a titolo gratuito la già rilevante detenzione di frequenze dei soggetti già operanti e, conseguentemente, ad annullare il beauty contest, consentendo, fermo restando che nessun soggetto a regime possa detenere più di 5 multiplex complessivamente, la conversione in DVB-H degli attuali autorizzati che operano in tecnica DVB-H procedendo ad un beauty contest DVB-H o T2 per la sesta frequenza oggetto dell’attuale gara a cui non potranno partecipare coloro che avranno optato per la precedente conversione mentre le ulteriori 5 frequenze saranno successivamente oggetto di asta a titolo oneroso”. Da Di Pietro dell’Idv è invece arrivata la richiesta che impegna l’esecutivo “ad adottare, nell’ambito delle proprie competenze, le opportune iniziative tese a revocare il bando e il disciplinare di gara relativi all’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze in banda televisiva, e segnatamente le 5 frequenze DVB-T e la frequenza in DVB-H o T2, per i sistemi di radiodiffusione digitale e terrestre; ad adottare, nell’ambito delle proprie competenze, le opportune iniziative tese a revocare il decreto della direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione del Ministero dello sviluppo economico di nomina della Commissione prevista dal bando di gara per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze televisive; ad adottare nell’ambito delle proprie competenze le opportune iniziative affinché l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) stabilisca le condizioni economiche di assegnazione delle frequenze tramite una procedura”. Piu’ morbida la richiesta del Pd, presentata da Paolo Gentiloni. Nel testo di impegna il governo “a procedere ad un’attenta e sollecita verifica degli effetti giuridici ed economici dell’adozione di un diverso processo di assegnazione delle frequenze televisive, nell’interesse generale della collettività sia con riguardo agli aspetti finanziari sia per quanto riguarda il rafforzamento del pluralismo del settore televisivo e dell’informazione”.
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