Mediazioni ma anche nuove polemiche sulla ridefinizione degli incentivi alle energie rinnovabili. Sullo schema del “Quinto conto energia” per il fotovoltaico si profila un compromesso tra la linea rigorista del Governo, con un nuovo drastico taglio delle sovvenzioni, è le richieste delle associazioni degli operatori. Ma intanto le ultime affermazioni del ministro dell’Ambiente Corrado Clini accendono le critiche di Confindustria.
«Bisogna sviluppare le capacità del sistema Italia nell’innovazione, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Il tessuto delle imprese – ha detto ieri mattina Clini inaugurado a Verona la grande fiera delle rinnovabili Solarexpo – è pronto a scattare: ha bisogno solo di una cornice di sicurezza delle regole e di una ragionevole liquidità. Le fonti di energia rinnovabili sono una risorsa e non un costo per l’economia italiana, come spesso afferma una parte di Confindustria».
Un messaggio in chiaroscuro a cui Confindustria ha replicato con una nota nella quale esprime «forte stupore e perplessità» per le affermazioni del ministro. «Da diversi anni – rimarca Confindustria – siamo impegnati ad elaborare proposte di politica industriale per la green economy sostenendo la necessità di una promozione razionale ed efficiente di tutte le tecnologie per la sostenibilità ambientale».
«In Italia – fa notare l’associazione – manca da troppo tempo una visione integrata tra le politiche per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Questo ha determinato uno squilibrio» destinando spesso «maggiori risorse a quelle più costose e meno efficienti». Dunque «la green economy è senz’altro un’opportunità di sviluppo, ma deve essere perseguita in modo razionale e non speculativo» mentre «la politica per il fotovoltaico adottata in questi anni, ad esempio, non ha certo favorito i produttori nazionali». A tutela della competitività delle imprese è dunque necessaria «una strategia energetica che riconduca i costi dell’energia, incentivi inclusi, in linea con quelli dei principali paesi europei». Vanno quindi riequilibrate «le risorse in un’ ottica di costi-benefici, privilegiando le tecnologie con il maggiore potenziale e garantendo la competitività dell’industria e la sostenibilità economica per i settori manifatturieri».
Su questi temi interviene anche Aurelio Regina, presidente di Uninindustria e prossimo vicepresidente di Confindustria. «Sono anni che all’Italia manca un Piano energetico nazionale» che sappia coniugare sostenibilità dei costi con una efficace promozione dell’innovazione, perché «tecnologie più efficienti e pulite sono una grande opportunità per l’industria nazionale».
Si profila intanto una possibile mediazione sulla bozza del Quinto conto energia per il solare fotovoltaico. Mercoledì scorso nella riunione tecnica della conferenza Stato Regioni «sono state proposte alcune modifiche» – fa sapere Stefano Saglia, capogruppo Pdl alla Commissione attività produttive della Camera – che potrebbero evitare «eccessivi stravolgimenti al settore».
Tra le proposte recepite dai tecnici dei ministeri competenti (Ambiente e Sviluppo Economico) le più rilevanti – spiega Saglia – riguardano l’inserimento tra i criteri di priorità per l’accesso ai registri quello del “Made in Europe” della componentistica, che potrebbe oltretutto godere di un premio aggiuntivo negli impianti sopra i 100 kw e per chi sostituisce l’amianto con i pannelli: si parla di premi cumulabili pari a 3 centesimi a kilowatt con una riduzione del 10% della tariffa base degli incentivi.
Riguardo all’innalzamento della taglia per gli impianti per l’ingresso ai registri – continua il deputato – per venire incontro alla richiesta delle Regioni si ipotizza una distinzione tra l’opera privata, che rimarrebbe con il limite dei 12 KW, e l’opera pubblica, che salirebbe fino a 50 kW. «Un’ulteriore modifica riguarda l’entrata in vigore del decreto che è stata posticipata di 3 mesi» quindi non più all’1 luglio ma all’1 ottobre.
MODIFICHE IN CORSO
Tre centesimi
Il premio supplementare previsto nella nuova versione del Quinto conto energia per ogni kiloWatt installato con componenti europei, o (cumulabile) per la sostituzione di coperture di amianto
50 KW
L’incremento del tetto di potenza non soggetta a registro per gli impianti che si configurano come opere pubbliche. Per gli latri impianti fotovoltaici il tetto esente da registro rimarrebbe a 12 KW
Tre mesi
Lo slittamento per l’entrata in vigore del nuovo regime, che quindi scatterebbe orientativamente dal primo ottobre anziché dal primo luglio, anche nel caso di superamento anticipato degli attuali tetti di incentivazione
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