Lotta all’evasione, comuni rimandati

Appaiono ancora “insoddisfacenti i risultati finora portati dal disegno di coinvolgimento degli enti locali nella lotta all’evasione e nella ripartizione dei relativi proventi”. Lo afferma la Corte dei conti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2011

l 23 Febbraio 2011
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Appaiono ancora “insoddisfacenti i risultati finora portati dal disegno di coinvolgimento degli enti locali nella lotta all’evasione e nella ripartizione dei relativi proventi”. È quanto afferma la Corte dei conti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2011 della magistratura contabile. “Si tratta di un punto di particolare rilevanza – sottolinea la Corte – considerando il ruolo che sempre più va assumendo la revisione degli strumenti di contrasto dell’evasione nel reperimento del gettito fiscale complessivo”. Molti i rilievi della magistratura contabile, che spaziano dalla corruzione al federalismo. Vediamoli in sintesi.

SANITÀ
Nel settore sanitario “si intrecciano con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattive gestioni favorite dalle carenze del sistema dei controlli”. Le tipologia più ricorrenti delle pronunce, ha spiegato, hanno riguardato, sotto vari profili, la materia delle risorse umane (irregolari trattamenti economici al personale, illegittima attività privata dei medici, ecc.), seguite da quelle relative a danni erariali da attività contrattuali e da quelle concernenti risarcimenti a terzi per errori sanitari”. Tra le altre tipologie, ci sono anche “i danni al patrimonio (uso indebito di mobili e/o immobili), iperprescrizioni (in genere di farmaci), danni all’immagine e conferimenti irregolari di consulenze ed incarichi”.

FEDERALISMO
La Corte dei conti apprezza i “profili di positività” dell’impianto del federalismo fiscale municipale ma mette in guardia sui rischi di squilibrio e incertezza che potrebbe produrre. Inoltre la Corte si interroga “in termini dubitativi” se “il decentramento della spesa pubblica possa contribuire a ridurre la corruzione” ovvero “possa avere l’effetto contrario e aumentare la corruzione quando la vicinanza a interessi e lobbies locali favorisca uno scambio di favori illeciti in danno alla comunità amministrata”. “La Corte – dice il presidente Luigi Giampaolino, – ha evidenziato il rischio che, nel complesso, l’impianto previsto possa produrre squilibri in termini della dislocazione territoriale del gettito fiscale (principio cardine del nuovo assetto) e di incertezza sulla sua effettiva invarianza”. La definizione di un nuovo tributo unico municipale (Imu), prosegue Giampaolino, “in sostituzione di una serie di prelievi diretti e indiretti gravanti sul reddito da immobili, si accompagnerà alla revisione della tassazione dei redditi da locazione, con il passaggio da una tassazione progressiva a una fondata sulla cedolare secca”. La Corte, dice ancora Giampaolino, “ha rilevato come uno dei benefici maggiori attesi dal conferimento di beni dallo Stato alle amministrazioni locali sia quello connesso alla possibilità di ottenere una migliore redditività dal patrimonio trasferito e la Corte, pur rilevando come la dimensione dei beni da trasferire sia di fatto contenuta, ha evidenziato due importanti effetti positivi del provvedimento: da un lato, offrire un volano finanziario per specifici interventi di riqualificazione del territorio, e dall’altro, rappresentare un’importante opportunità per rivedere e potenziare le possibilità di utilizzo di un patrimonio spesso trascurato o messo a reddito in maniera adeguata”.

CORRUZIONE
In aumento i reati di corruzione in Italia. Nel 2010 rispetto all’anno precedente sono cresciuti del 30,22%, mentre si è avuto un decremento rispettivamente del 14,91% e del 4,89% per i reati concessivi e di abuso d’ufficio. Nel complesso dall’Arma dei carabinieri, dalla Guardia di Finanza e dal Corpo forestale dello Stato sono stati denunciati 237 casi di corruzione, 137 di concussione e 1090 di abuso d’ufficio. Corruzione e frode sono “patologie costituite da fenomeni delittuosi che continuano ad affliggere la pubblica amministrazione”, afferma il procuratore generale della Corte dei conti, Mario Ristuccia, nella sua relazione. “Ai molti altri casi di inosservanza di legge e dei criteri di buona amministrazione per difetto dei livelli minimi di diligenza, che debbono governare l’impiego delle pubbliche risorse – spiega Ristuccia -, si aggiungono poi le patologie costituite da fenomeni delittuosi che continuano ad affliggere la pubblica amministrazione, quale la corruzione e la frode, soprattutto in materia di aiuti e contributi nazionali e dell’Unione europea. I dati al riguardo – osserva il procuratore generale – non consentono ottimismi”. La Corte dei conti punta quindi il dito contro “una situazione di cattiva amministrazione che, nonostante i progressi pur conseguiti in termini di efficienza, continua a caratterizzare in negativo l’immagine complessiva dell’apparato amministrativo, generando nel comune sentire dei cittadini, soprattutto nei tempi presenti di diffusa difficoltà economica, una forte attesa di contrasto ad opera degli organi a tale compito preposti dall’ordinamento”. Dal canto suo il presidente Giampaolino, fa notare nella sua relazione introduttiva come “la lotta alla corruzione debba fondarsi essenzialmente su quattro pilastri: l’etica, la trasparenza attraverso l’uso dell’Ict, la semplificazione e il controllo”. Nel settore pubblico, sottolinea ancora nella sua relazione Ristuccia, “continuano a sussistere elementi di criticità e di malfunzionamento, che assumono particolare rilievo proprio dal punto di vista dell’esercizio della funzione giurisdizionale in materia di responsabilità amministrativa. Secondo la magistratura contabile, “un primo profilo è il progressivo mutamento delle regole dell’azione pubblica, da quelle dell’ordinamento contabile a quelle di diritto comune, sia per previsione legislativa di carattere generale, sia quale effetto dell’adozione di modelli privatistici per la struttura organizzativa dei soggetti pubblici, sia per la disposta non applicabilità delle regole di diritto pubblico in ragione di situazioni di urgenza ed emergenza. Tale mutamento, in linea di principio fisiologico, in quanto da ascriversi all’obiettivo del conseguimento di migliori livelli di economicità, efficienza e tempestività dell’attività amministrativa – osserva la Corte dei conti – non ha peraltro evitato il prodursi di anomalie e distorsioni, quali i casi di trasformazione delle privatizzazioni ed esternalizzazioni, da efficace strumento per lo svolgimento di servizi e addirittura funzioni pubbliche a mezzo di mera elusione delle regole della contabilità pubblica o della gestione clientelare del potere politico-amministrativo ovvero di trasformazione del regime di emergenza in sistema ordinario, con conseguente sostanziale riduzione delle garanzie di impiego delle pubbliche risorse”.

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