Lotta alle case fantasma

Quadruplicano le sanzioni per chi non denuncia le cosiddette case fantasma. L’introito di queste andrà per il 75% ai comuni che si impegnano nella lotta contro l’evasione fiscale. È quanto prevede la nuova bozza del decreto sulla fiscalità municipale predisposta dal Ministro Calderoli

l 20 Gennaio 2011
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Quadruplicano le sanzioni per chi non denuncia le cosiddette case fantasma. L’introito di queste andrà per il 75% ai comuni che si impegnano nella lotta contro l’evasione fiscale. È quanto prevede la nuova bozza del decreto sulla fiscalità municipale predisposta dal Ministro Calderoli. “A decorrere dal primo aprile 2011 gli importi minimo e massimo della sanzione amministrativa prevista per l’inadempimento per gli obblighi di dichiarazione agli uffici dell’Agenzia del territorio degli immobili e delle variazioni di consistenza o di destinazione sono quadruplicati; il 75% dell’importo delle sanzioni irrogate a decorrere dalla predetta data è devoluto al comune ove è ubicato l’immobile interessato”.
Doppia aliquota per la cedolare secca introdotta dal decreto che riforma la fiscalità municipale sugli affitti. Aliquota al 20% per il canone di locazione concordato. Aliquota al 23% per i contratti di locazione liberi. Scende al 2% la compartecipazione dei comuni all’Irpef prevista nel decreto legislativo del fisco municipale. Al via una tassa di soggiorno che può variare dai 5 centesimi ai 5 euro per notte di soggiorno, a seconda della classificazione delle strutture ricettive. Il gettito è destinato, si legge, a finanziare “interventi in materia di turismo”. Saranno “i comuni capoluogo di provincia a poter istituire “con deliberazione del consiglio comunale” l’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio. Arriva la cedolare secca sugli affitti e con essa uno specifico fondo “non superiore a 400 milioni di euro annui” da destinare a favore delle famiglie che vivono in affitto e hanno figli a carico. Lo prevede la bozza del decreto sulla fiscalità municipale messo a punto dal Ministro Calderoli.
Una quota del gettito della cedolare secca, a partire dal 2011, è “iscritta nell’anno successivo in apposito fondo”, “non superiore a 400 milioni di euro annui”, per essere destinata, “con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze” e d’intesa con la conferenza unificata, “ad interventi a favore delle famiglie dei conduttori di unità immobiliari adibite ad abitazione principale, con particolare riguardo al numero dei figli a carico”.
Dal 2014 l’Imposta municipale unica che finanzierà i comuni: non si applicherà sull’abitazione principale, e l’aliquota sarà determinata annualmente con la finanziaria. I comuni avranno però la facoltà di aumentarla o diminuirla “sino a 0,3 punti percentuali”. Se l’immobile è locato l’aliquota è dimezzata, mentre i comuni possono, con deliberazione del consiglio, dimezzarla anche “nel caso di immobili non produttivi di reddito fondiario ovvero posseduti dai soggetti passivi d’imposta sul reddito delle società”. In questi ultimi due casi, il Comune può variare l’aliquota, in aumento o in diminuzione, fino a un massimo di 0,2 punti percentuali.
“Se viene bocciato il federalismo, la legislatura si interrompe . Ma se passa probabilmente ci sono le condizioni” per affrontare le riforme e andare avanti con la legislatura. Di questo è convinto il Ministro della semplificazione, Roberto Calderoli, che ha illustrato alle commissioni Bilancio di Camera e Senato le modifiche al decreto sulla fiscalità municipale, che deve passare il vaglio della Commissione bicamerale sul federalismo. Calderoli, che ricorda come la Lega abbia sempre “rispettato la parola che da’“, spiega: “Io più di così non so che cosa avrei potuto fare. Ho accolto le indicazioni di tutti”. Poi aggiunge, riferendosi alla situazione generale: ci sono “altri motivi che possono influenzare. Ma mi auguro che il senso di responsabilità di tutti prevalga su elementi che nulla hanno a che vedere con le riforme”. Una volta approvato il federalismo “si può affrontare la riforma fiscale, la riforma costituzionale sulla quale c’è una grande convergenza, il decreto di sblocco di rilancio del Paese e il codice delle autonomie”. Un complesso di riforme per le quali, la Lega si impegnerebbe a proseguire la legislatura”.
A chi sottolinea le voci circa la possibilità che la Lega, una volta approvato il federalismo, possa decidere di ‘staccare la spina’ al Governo, il Ministro ribatte: “La Lega ha dimostrato che rispetta sempre la parola che dà”. Che avesse detto fin da luglio che sarebbe meglio andare al voto per evitare “questi veleni” dimostra che ha “molto a cuore le riforme”. Nel giro di 6 mesi, osserva ancora il ministro, si potrebbe approvare il codice delle autonomie; in un anno la riforma costituzionale, nel frattempo la riforma fiscale. “Si può pensare di arrivare nel 2013 portando a casa tutto questo ed avendo fatto più in una legislatura che in 6”.

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