Sul tema è vivo il dibattito tra i sindaci e diverse le prese di posizione anche se il giudizio è unanime sulla lotta all’evasione: “battaglia da perseguire” ma con strumenti adeguati e risorse dedicate.
“Il caso di Cortina diventi l’esempio di come, anche chi ne avrebbe vantaggio, capisce il danno incalcolabile che l’evasione provoca alla comunità nazionale”. Lo afferma Michele Emiliano, sindaco di Bari e vicepresidente dell’ANCI.
Sembra che ci sia una convenzione per cui nelle località di villeggiatura più ricche è meglio non andare a “disturbare”, osserva Emiliano. “Mi pare che questa posizione sia inaccettabile per una persona normale che si guadagna la vita alzandosi ogni mattina per andare a lavorare e rendendo conto di tutto quello che fa”. Il vicepresidente è categorico anche sulla questione dei presunti danni che la lotta all’evasione potrebbe provocare al commercio. “Non c’è nessun sindaco che dà un ordine alla polizia municipale di tollerare le doppie file per far prosperare il commercio. Alla stessa maniera Cortina non può immaginare di sopravvivere con l’evasione fiscale, dovrà immaginare il marketing e delle azioni turistiche che la rappresentino come la città campione della legalità. Sono convinto che il mio collega Andrea Franceschi sarà d’accordo con me”.
Dello stesso avviso anche il sindaco di Santa Teresa di Gallura, Ilario Pisciottu: “Ciò che è avvenuto a Cortina è un’operazione, a mio modo di vedere, di semplice e ordinaria amministrazione per l’attività della Guardia di Finanza. Un’operazione che, dato il particolare momento, ha avuto anche una forte eco mediatica”. Pisciottu diventa critico quando si parla invece della possibilità, per i comuni, di contribuire alla lotta all’evasione e trattenere sul territorio parte dei proventi: “I comuni hanno già grosse difficoltà per arrivare a recuperare quanto dovuto per le imposte di loro competenza. Non abbiamo strumenti o personale aggiuntivo da destinare ad altre attività di questo tipo. Per questo penso che innanzitutto i comuni vadano aiutati, se davvero si vuole intraprendere una seria lotta all’evasione”.
Più cauto il sindaco di Sestriere, Valter Marin: “Prima di esprimere un giudizio su Cortina ritengo sia giusto aspettare i dati finali. Dal campione preso in considerazione, emerge con grande effetto mediatico l’impennata d’incassi a seguito dei controlli. Detto questo, aspetterei i dati completi”. E sull’impatto negativo su commercio e turismo afferma che “non bisogna dimenticare che la sensibilità dell’industria turistica è strettamente legata ai media e operazioni di questo tipo potrebbero sortire un effetto boomerang tale da vanificare gli investimenti dell’amministrazione in comunicazione e immagine promozionale. Ricordiamo, infatti, che il turismo in piccole realtà come le nostre rappresenta la più importante fonte di economia del territorio”.
Anche il sindaco di Capri, Ciro Lembo, appare critico sulla questione: “È fondamentale evitare spettacolarizzazione, protagonismo e visibilità ma i controlli vanno fatti e qui sull’isola vengono effettuati in ogni periodo dell’anno con il comune che fornisce la massima collaborazione alla finanza”. “I controlli vanno fatti con discrezione e buon senso, qui siamo controllati 365 giorni l’anno e il comune fornisce la massima collaborazione. Le dirò di più, qui a Capri ci lamentiamo per una situazione completamente opposta a quella di Cortina, da noi la società in house che di occupa di tributi ha riscontrato una evasione di 5 milioni di euro, abbiamo sollecitato Equitalia, ma le risorse non sono state ancora recuperate e il motivo sinceramente ancora non mi è chiaro”.
Luciano Cariddi, sindaco di Otranto, si chiede, invece: “Come faccio a collaborare con lo Stato se con i miei 25 dipendenti faccio fatica ad accertare persino i tributi locali?”. “Nella lotta contro l’evasione fiscale è auspicabile la collaborazione dei sindaci, ma prima si definisca meglio il federalismo municipale che, nonostante i proclami, ha nella sostanza impoverito le capacità di intervento delle amministrazioni. Le nuove regole avrebbero dovuto consentirci una maggiore autonomia impositiva, mentre di fatto svolgo il ruolo di esattore tasse per conto dello Stato. Per non parlare dell’operazione IMU con la quale ci perdiamo rispetto all’ICI”. Parlando di entrate, il sindaco del comune salentino, tira in ballo la questione dell’imposta di soggiorno: “La scorsa estate siamo stati tra i primi ad istituire l’imposta di soggiorno obbligatoria, con un ricavato che sarà adesso reinvestito in servizi. Ma su questa vicenda ci siamo sentiti abbandonati a livello nazionale dall’associazione”, sottolinea Cariddi. “Il prossimo 16 febbraio il TAR Puglia si pronuncerà su un ricorso e mi auguro che l’imposta sia confermata come accaduto in Toscana. Non vorrei trovarmi nelle condizioni di restituire il denaro ai turisti a distanza di quasi un anno”.
Fonte: www.lagazzettadeglientilcali.it
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