I tagli al personale pubblico per effetto delle politiche di riorganizzazione e di spending review non sono una necessità solo italiana. Tutt’altro. In altri Paesi da tempo si applicano sistemi di monitoraggio periodici per rendere più efficiente e meno dispendiosa la pubblica amministrazione.
Per esempio, in Gran Bretagna – come evidenzia un recente documento del servizio bilancio del Senato – l’analisi della spesa è un’attività fondamentale del processo di programmazione fin dal 1998 e nel periodo 2004-2007 ha prodotto più di 36 miliardi di euro di risparmi e fatto a meno di 84mila dipendenti pubblici. Dal 2011 al 2015 sono previsti 7 miliardi di euro di tagli alla spesa e una riduzione di 490mila impiegati pubblici.
Prima ancora ci aveva pensato il Canada, che ha fatto ricorso al monitoraggio della spesa nel 1994, riuscendo a conseguire nel periodo 1994-1997 una contrazione del 19% sia dei costi sia del personale, ovvero a sfoltire gli organici di 45mila addetti.
In Finlandia la spending review si sviluppa attraverso il programma di produttività, che intende incrementare l’efficienza della pubblica amministrazione ed è operativo dal 2004. Grazie al programma, nei vari comparti della pubblica amministrazione sono state riallocate risorse: nel 2008 si è trattato di 250 milioni di euro e nel 2009 di 360 milioni. L’obiettivo per il periodo 2011-2015 è di tagliare 4.884 dipendenti.
Risparmi anche in Giappone, che ha adottato la spending review nel 2009 e ha ridotto le spese di 31 miliardi di euro. Sempre nel 2009 anche l’Olanda ha rivitalizzato il monitoraggio della spesa pubblica, risparmiando 35 miliardi.
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