Vengono pertanto respinte dalla Consulta diverse questioni di legittimità costituzionale concernenti il limite retributivo e il divieto di cumulo retribuzione-pensione presentati dal TAR Lazio a partire dal 2015 sulla base dei ricorsi di magistrati contabili e giudici del Consiglio di Stato.
Il limite ai compensi per i dirigenti pubblici
Come si può leggere nella pronuncia della Corte Costituzionale, il limite massimo ai compensi dei dipendenti pubblici – introdotto nell’ordinamento dalla manovra Monti del 2011 e dalla legge di Stabilità 2014 – “persegue finalità di contenimento e complessiva razionalizzazione della spesa, in una prospettiva di garanzia degli altri interessi generali coinvolti, in presenza di risorse limitate” e al tempo stesso “trascende la finalità di conseguire risparmi immediati e si inquadra in una prospettiva di lungo periodo”.
Elemento di ampio rilievo che emerge dalla pronuncia: il limite contestato non si applica alla sola magistratura ma ha nel tempo esteso il suo campo d’azione all’intera amministrazione pubblica: amministrazioni statali, autorità indipendenti, società partecipate e da ultimo anche “agli amministratori, al personale dipendente, ai collaboratori e ai consulenti” della Rai.
>> CONSULTA LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE 26 MAGGIO 2017, n. 124.
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