Lo Stato dice stop ai debiti

Via libera dalle Commissioni della Camera al d.d.l. sul pareggio del bilancio in Costituzione. Un organismo indipendente valuterà le previsioni di finanza pubblica. Meno poteri alla Corte dei conti

l 30 Novembre 2011
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“Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico” e “il ricorso all’indebitamento non è consentito se non al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e previa autorizzazione delle Camere, adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, e al verificarsi di eventi eccezionali”. Lo prevede la nuova formulazione dell’articolo 81 della Costituzione che ha avuto ieri il via libera delle Commissioni affari costituzionali e bilancio della Camera nell’ambito del d.d.l. sul pareggio del bilancio in Costituzione, che passa ora all’esame dell’Aula. “Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi”, si legge ancora. Infine, “il contenuto della legge di bilancio e i principi e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera”. Tra le novità, quella per effetto della quale anche l’Italia avrà una sorta di Congressional Budget Office: nascerà infatti un organismo indipendente, presso il Parlamento, con compiti di analisi, verifica e valutazione in materia di finanza pubblica. Il ministro per i rapporti con il parlamento Piero Giarda ha spiegato che l’organismo “sarà un’autorità indipendente che certificherà e valuterà se le previsioni di finanza pubblica sono coerenti con le norme che la sostengono, se le stime di intervento correttivo sono appropriate e coerenti con le prospettive di crescita e le normative vigenti”. Una legge fisserà entro il 28 febbraio del 2013 struttura e poteri precisi del Cbo italiano. Sull’indipendenza dell’organismo di controllo, e la sua collocazione fuori dal parlamento, si è molto dibattuto nelle commissioni. “Non è una questione di affitti o di collocazione”, ha tenuto a chiarire Giarda, “il criterio di indipendenza è scritto in modo molto rigoroso e preciso. È un organismo indipendente e questo è un punto di fondo. L’organismo valida e certifica i profili di prospettazione di finanza pubblica e di andamento dell’economia sulla base di valutazioni indipendenti”. L’Udc avrebbe voluto “una migliore formulazione per un organismo più indipendente dalle dinamiche parlamentari”, ha riferito Pierluigi Mantini, “ma abbiamo comunque rinunciato a subemendamenti per decisione politica”. E ancora, la Corte dei conti non avrà il potere di promuovere il giudizio di legittimità costituzionale in caso di violazione dell’obbligo di copertura finanziaria delle leggi. La soppressione dell’articolo 2 del d.d.l., che riguardava i poteri dei magistrati contabili, decisa nei giorni scorsi ha suscitato l’allarme del presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino che ieri ha scritto ai presidenti delle due commissioni di Montecitorio per perorare la causa del ripristino del testo originario. “Tale disposizione appare indispensabile per assicurare l’effettiva chiusura di un sistema che vuole garantire l’equilibrio delle entrate e delle spese, e la sostenibilità dell’indebitamento delle amministrazioni pubbliche”, ha spiegato Giampaolino, “non ci si può infatti limitare a prevedere un sistema di analisi, verifica e valutazione senza prevedere anche un indispensabile momento e una procedura di chiusura, con carattere sanzionatorio, di competenza della Corte costituzionale su iniziativa della magistratura competente che, come si è detto, non può essere individuata che nella Corte dei conti”. La missiva però non ha mutato la decisione, come ha spiegato il Ministro Giarda. “Le commissioni hanno ritenuto di mantenere il loro orientamento”, ha riferito, “naturalmente questo può dispiacere a qualcuno, ma è una decisione del parlamento”. Pierpaolo Baretta, capogruppo del Pd in Commissione bilancio alla Camera, ha commentato con favore il testo del disegno di legge “È un ottimo lavoro largamente condiviso”, ha assicurato, “un passo in avanti significativo sulla cultura del bilancio. Si tratta di un approccio non solo contabile, ma politico. Si va verso una fase in cui la stabilità dei conti trova legittimazione costituzionale”.

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