Per far tornare il bilancio previsionale 2012 e coprire le spese correnti, Palazzo Marino farà ricorso alla leva fiscale, portando l’Imu seconda casa ai livelli più alti. Se andrà bene verrà fissata al 9,6 per mille, altrimenti si dovrà salire fino al massimo, il 10,6 per mille. Considerando il meccanismo imposto dalla norma nazionale (in base alla quale il governo fissa l’aliquota a 7,6 per mille; si prende il 3,8 per mille; compensa l’incasso comunale rimanente con un minore trasferimento statale; lascia intatto al Comune solo l’extra gettito superiore al 7,6 per mille), al Comune di Milano dovrebbero andare tra i 150 e i 220 milioni.
La scelta politica di Palazzo Marino, per quest’anno, è di non aumentare troppo le aliquote più impopolari, scaricando le esigenze finanziarie su seconde case, esercizi commerciali e imprese. Quindi: l’addizionale Irpef, introdotta nel 2011 allo 0,2%, dovrebbe rimanere uguale o salire al massimo allo 0,4%; l’Imu sulla prima casa, che verrà reintrodotta a quota 4,6% per mille (gli stessi livelli della vecchia Ici), non dovrebbe subire incrementi.
Oggi l’addizionale comunale Irpef porta alle casse del Comune di Milano 45 milioni, mentre l’Imu prima casa al 4,6 per mille porterà a Milano 33 milioni circa (considerando il meccanismo della norma nazionale, che in questo caso stabilisce che il gettito dell’aliquota base al 4 per mille venga compensata da un minore trasferimento statale).
Ci sono infine altre leve fiscali, come l’aumento della Tarsu, da cui sono attesi ulteriori 50 milioni (oltre ai 200 che già procura).
L’obiettivo, anche per il 2012, è quindi coprire le spese correnti, superiori alle entrate per 580 milioni. Le leve sono tre: tasse, operazioni straordinarie, tagli. Sulle tasse, abbiamo visto; le operazioni straordinarie principali dovrebbero essere la vendita delle quote Serravalle e, molto probabilmente, di un altro 25% di Sea; quanto ai tagli, la spending review dovrebbe portare ad un risparmio di 75 milioni.
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