Si fa strada l’ipotesi di un secondo round per le liberalizzazioni. Considerato che il decreto 1 del 2012 è da ritenere blindato, e che la scadenza è il 27 marzo, le ipotesi di modifica che in queste ore si stanno accumulando potrebbero in parte confluire in un nuovo provvedimento, o anche in più di uno. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha comunicato ieri che giovedì pomeriggio alle 17,30 interverrà nelle Commissioni congiunte finanze e attività produttive della Camera che stanno esaminando il d.l. liberalizzazioni. Fonti parlamentari avevano riferito del tentativo in atto di avere Monti in seduta per chiarire alcune vicende rimase in sospeso, come quella relative alle commissioni bancarie per il massimo scoperto. Ma “per modificare il testo del decreto non c’è la tempistica”, ha spiegato il relatore del provvedimento, Cosimo Ventucci, “e comunque sarebbe uno sgarbo istituzionale rimandare in Senato il decreto e chiedere che mettano la fiducia in quatrro ore”. Da qui, con molta probabilità, la richiesta della presenza di Monti davanti alle commissioni affinché possa prendersi un impegno sui nodi ancora da sciogliere. I quali, dunque, confluirebbero all’interno di provvedimenti successivi. Di certo il decreto liberalizzazioni non conterrà alcuna norma per salvare le banca dalle norma in esso contenute sulle commissioni bancarie per il massimo scoperto, nonostante siano stati presentati emendamenti in tal senso, come si evince dalle stesse parole del relatore Ventucci. Stessa sorte per le richieste della Lega e delle Regioni che puntavano all’abrogazione o alla modifica delle norme sulla tesoreria unica. Sono circa 800 in tutto gli emendamenti presentati in commissione. La metà della Lega. Quelli del Pd sono circa 70 e 130 quelli dell’Idv. Per quanto riguarda il Partito democratico, però, il numero di 70 è da riferirsi al gruppo parlamentare; l’ufficio legislativo non esclude che possano esserci altri emendamenti dei singoli deputati. Ieri le commissioni si sono riunite per alcune audizioni informali; per oggi sono invece attese le ammissibilità; quindi i commissari passeranno a discutere e votare gli emendamenti, operazione che però, come visto sopra, non potrà sfociare in modifiche al testo, da considerare bloccato. Intanto, in tema di provvedimenti in arrivo di interesse per le pubbliche amministrazioni, Il disegno di legge anti corruzione sarà uno di questi. Anzi è una priorità per il Governo. Lo dichiara il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, spiegando che “contrastare la corruzione in via preventiva è un impegno prioritario, faremo di tutto per portare questo tema all’attenzione della Camera con il disegno di legge”. Il ministro, intervenuto ieri in serata alla presentazione del numero della rivista “Italiani europei” dedicato proprio alla corruzione, rileva come questa sia un “problema etico e culturale, i suoi costi sono economici e molto difficili da stimare e traggono origine da disfunzioni nella pubblica amministrazione e da complicazioni burocratiche”. Patroni Griffi ha osservato come “ogni volta che si verifica un episodio corruttivo deve scattare un’azione repressiva, ma i costi economici e di etica si sono a quel punto già verificati ed è difficile recuperarli”. Dunque, bisogna, ha concluso il ministro, “far scattare misure per la prevenzione”, come, ad esempio, la rotazione dei dirigenti, con una serie di “proposte, individuando le aree e i procedimenti a rischio”.
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