Legge elettorale, la carta della Consulta: anche al Senato giù le soglie e no coalizioni

Il pool di giuristi rilancia: a gennaio sentenza della Corte per uniformare le regole

La Stampa
13 Settembre 2017
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Non è il decreto legge, osteggiato dai costituzionalisti e destinato a infrangersi contro i dubbi del Quirinale, il piano B per superare lo stallo parlamentare e rendere omogenee le leggi elettorali di Camera e Senato. Ma un piano B esiste. Si basa su un forte presupposto politico-istituzionale (i ripetuti e finora inascoltati appelli del presidente della Repubblica) e su un solido impianto tecnico-giuridico, un’ottantina di pagine riccamente argomentate. Chi l’ha studiato negli ultimi due mesi e sta per renderlo pubblico lo definisce «via costituzionale alla riforma», perché prevede un nuovo ricorso alla Consulta. La Corte sarebbe investita esplicitamente della questione e potrebbe agire chirurgicamente. L’eliminazione di alcune parole in otto articoli della legge del Senato sarebbe sufficiente a uniformarla a quella della Camera.

Il piano B ha anche una tempistica. Entro questa settimana deposito della questione di incostituzionalità. Entro il 15 ottobre ordinanza del tribunale che la solleva davanti alla Consulta. Entro il 20 gennaio udienza alla Corte, con possibile sentenza. L’effetto politico sarebbe duplice: paralizzare le velleità di conclusione repentina della legislatura dopo la legge di bilancio; puntare una pistola (carica) alla tempia del Parlamento, che in caso di ulteriore inerzia sarebbe esautorato, per la terza volta in quattro anni, dalla Consulta….

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