Nonostante sia vigore da quasi un anno la direttiva europea che protegge le tasche dei consumatori, è stata rilevata la massiccia presenza sul territorio di prodotti elettronici energivori. Agli italiani questo costa circa 60 euro all’anno
Occhio all’etichetta energetica. Questo il suggerimento che Legambiente lancia a seguito di una indagine condotta in 1300 case italiane durante la quale è stato constatato che le apparecchiature elettroniche, solo per il fatto di essere collegate alla rete in modalità stand-by, consumano l’11% dell’energia totale (43 TWh in Europa) per una spesa che in un anno pesa circa 60 euro sul budget familiare.
Tutto questo perché, secondo l’Associazione, non si sta rispettando la Direttiva Europea che dal 1° gennaio 2010 vieta la vendita e la produzione di prodotti elettronici che in modalità stand-by consumino oltre 1 Watt di assorbimento elettrico, 2 W nel caso in cui ci fosse un display digitale.
“L’Italia non ha fatto nulla per favorire l’adozione della direttiva. Sta quindi ai consumatori fare attenzione – ha dichiarato Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente -, leggere bene le etichette e chiedere informazioni al negoziante di fiducia per non farsi rifilare vecchi apparecchi. Per quelli che abbiamo già in casa invece, bisogna acquistare una bella “ciabatta” dotata di interruttore e ricordarsi di spegnerla. Per i più sofisticati esistono poi prese elettriche intelligenti che staccano completamente la corrente quando l’apparecchio resta in standby per più di 2 minuti e altri ancor più programmabili e sofisticati. Insomma, dobbiamo tener presente che un terzo dei prodotti oggi in vendita non sono più a norma mentre ben due terzi non lo saranno più tra due anni e che a farne le spese saranno soprattutto le nostre tasche”.
La regolamentazione prevede inoltre standard ancora più rigidi a partire dal 2013, dimezzando i limiti di assorbimento concesso ma, nonostante la vecchia normativa e l’imminente entrata in vigore della nuova, in vendita rimangono numerosi prodotti non a norma che verranno smaltiti con promozioni o saldi di fine serie e costeranno agli italiani, nonostante il risparmio d’acquisto, un aumento in bolletta.
A delineare i dettagli del consumo elettrico il lavoro del gruppo di ricerca eERG del Politecnico di Milano che, nell’ambito del progetto Selina, ha analizzato per otto mesi il comportamento di seimila prodotti in vendita sul mercato europeo scoprendo che il 30% non rispetta le norme di stand-by e il 18,5% non le rispetta in modalità spento. Tra questi fotocopiatrici e stampanti, decoder, router e televisori ma soprattutto consolle per videogiochi.
Per aiutare i consumatori a gestire al meglio i consumi il consiglio dell’Associazione ambientalista è di fare attenzione all’ etichetta energetica che indica i consumi dell’apparecchio anche in modalità spento, obbligatoria sugli elettrodomestici da cucina ma non ancora su quelli definiti “neri” come apparecchi stereo e televisori.
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