Via libera ai fondi immobiliari nell’edilizia scolastica. Il ministero dell’Istruzione ha infatti approvato la graduatoria degli enti locali che si sono candidati a fare da apripista e che si sono aggiudicati 36,8 milioni di aiuti statali come base per costruire un fondo immobiliare. I 27 Comuni inclusi nella graduatoria hanno chiesto contributi per 57 interventi, di cui 38 riguardano nuove scuole e il resto ristrutturazioni. Il contributo produrrà 186 milioni di investimenti. «Accompagneremo tutti i Comuni in questo percorso – spiega Roberto Reggi, sottosegretario del ministero dell’istruzione con delega all’edilizia scolastica e convinto sostenitore dello strumento del fondo immobiliare -. Non è detto che ogni Comune debba fare il suo fondo; incoraggeremo le forme di aggregazione più opportune che sono offerte dallo strumento del fondo». Il modello c’è già. «È il progetto di fondo immobiliare che ha messo a punto il comune di Bologna – riferisce Reggi -. Bologna ha studiato l’operazione nei dettagli e ha anche già sottoscritto un accordo con Inarcassa, potenziale sottoscrittore del fondo. Proporremo questo modello». «Enti locali – spiega Reggi – daranno in concessione il bene-scuola al Fondo ottenendo gli stanziamenti per gli interventi. Gli investitori avranno il loro ritorno grazie all’affitto che gli Enti pagheranno per un tempo determinato». Il capoluogo emiliano ha nel cassetto da tempo il bando per selezionare la società di gestione risparmio che realizzerà gli interventi in dieci scuole, di cui sei nuove e quattro ristrutturate, per 50 milioni di investimento (di cui cinque di contributo).
Dopo Bologna c’è Firenze, che con i cinque milioni del Miur realizzerà cinque scuole per un investimento di 26,5 milioni. Dopo Bologna e Firenze i valori in gioco diventano molto più piccoli. Il comune di Zeccone (Pavia) e quello di San Rocco al Porto (Lodi), per esempio, hanno entrambi ottenuto un finanziamento di 500mila euro per progetti intorno a 2 milioni di euro. Ma la lista offre anche casi più microscopici, come il comune goriziano di Savogna d’Isonzo, che ha chiesto e ottenuto 36mila euro circa per un intervento di nuova costruzione che costa 147mila euro. Dopo l’ok alla graduatoria, i 27 enti saranno chiamati a sottoscrivere con il Miur e il ministero dell’Economia un protocollo d’intesa, entro un termine che non è stato ancora indicato. La firma del protocollo costituirà l’atto con il quale l’ente si vincola formalmente «all’osservanza degli impegni».
Il bando è stato lanciato nell’aprile 2013, subito prima dell’insediamento dell’esecutivo Letta. Poi è sceso il silenzio, durato per tutta la gestione del ministro Maria Chiara Carrozza. Finalmente, dopo una attenta e approfondita valutazione della Corte dei conti, è arrivato l’ok. La graduatoria sbloccata oggi è il risultato di una selezione severa: le 435 richieste iniziali si sono ridotte a 162 dopo la prima scrematura. I fondi disponibili – 38 milioni iniziali poi scesi a 36,8 – sono andati appunto ai primi 27 enti in graduatoria in ordine di arrivo cronologico.
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