Iniziando ad illustrare le modifiche normative, il 2024 è l’anno in cui si conclude il periodo transitorio di adeguamento del valore delle indennità dei sindaci, degli assessori e dei presidenti del consiglio comunale ad una percentuale di quella dei Presidenti di regioni. Infatti, l’art. 1, commi da 583 a 587, della l. n. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022) dettando nuove disposizioni in materia di indennità dei sindaci metropolitani, dei sindaci e degli amministratori e, in particolare, il comma 583 prevedeva che a decorrere dall’anno 2024 tale indennità di funzione è parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni come individuato dalla Conferenza Stato-Regioni, secondo le percentuali determinate in relazione alla popolazione risultante dall’ultimo censimento ufficiale. Il successivo comma 584, al primo periodo, stabiliva che in sede di prima applicazione la predetta indennità di funzione è adeguata al 45 per cento, nell’anno 2022, e al 68 per cento, nell’anno 2023, delle misure indicate al comma 583. Dal 1° gennaio 2024, pertanto, il valore delle indennità è entrato a regime.
Non prevista, invece, la modifica contenuta nella legge n. 213/2023 (Legge di Bilancio 2024), che ha introdotto un’importante innovazione in materia di oneri relativi ai permessi retribuiti degli amministratori, prevedendo che sono oggetto di rimborso anche quelli fruiti dagli amministratori lavoratori dipendenti degli Enti locali. In precedenza, per tutti gli amministratori dipendenti della pubblica amministrazione non era previsto il rimborso degli oneri relativi ai permessi retribuiti, dovendo gli enti locali procedere al rimborso esclusivamente per i permessi fruiti da dipendenti di datori di lavoro privati e di Enti pubblici economici (il tema può essere approfondito nell’articolo La Legge di Bilancio 2024 cambia la disciplina dei rimborsi per gli amministratori locali).
Grande impatto ha poi la modifica normativa approvata mediante decreto legge nella recente seduta del 25 gennaio che introduce disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024. Il decreto “innalza da due a tre mandati il limite di permanenza del sindaco dei Comuni che hanno tra i 5mila e i 15mila abitanti e si elimina ogni limite di mandato per quelli sotto i 5mila abitanti. Rimane ferma la disciplina per i comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti, consentendo un terzo mandato se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno. I mandati svolti o in corso di svolgimento alla data di entrata in vigore del decreto sono computati”.
Nell’ordinamento, quindi, vi saranno le seguenti disposizioni differenti per i sindaci a seconda della dimensione demografica dei Comuni:
- nessun limite di mandato per i comuni con popolazione inferiori a 5mila abitanti;
- limite di tre mandati consecutivi per i Comuni con popolazione compresa tra 5mila e 15mila abitanti;
- limite di due mandati consecutivi per i Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti.
Tale innovazione è stata accolta con favore dal presidente dell’ANCI Decaro, il quale ha dichiarato che “ora è giunto il tempo di portare fino in fondo questa battaglia democratica e di chiedere l’estensione del numero dei mandati anche per i sindaci dei Comuni sopra i 15mila abitanti. Questa disuguaglianza appare ingiusta, immotivata e, probabilmente, anche incostituzionale. Sono sicuro che l’ANCI, con il consueto spirito unitario che la rende forte e autorevole, saprà affrontare, insieme a sindaci di ogni schieramento politico, anche quest’altra battaglia democratica”. Vedremo se in sede di conversione la disciplina subirà un’ulteriore modifica.
In un apposito articolo tratteremo di due recentissime decisioni del Consiglio di Stato si occupano del tema del conflitto di interessi e dell’incompatibilità (con specifico riferimento alla partecipazione nelle commissioni di concorso) degli amministratori locali. Le sentenze forniscono coordinate di assoluto interesse per indirizzare il corretto comportamento degli amministratori (si veda l’articolo La giurisprudenza più recente su incompatibilità e conflitto di interessi degli amministratori).
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