Dopo tanta teoria, arriva il primo adeguamento effettivo dei parametri previdenziali alla dinamica della speranza di vita. Il decreto del ministero dell’Economia con il primo adeguamento automatico, di tre mesi dal 2013 come previsto dallo stesso Dl 78/2009 che ha introdotto il meccanismo, è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di ieri. La fase di preparazione del provvedimento si è verificata quando la previdenza era ancora disciplinata dalle vecchie regole, ma la sua applicazione assume nuove implicazioni con il decreto «salvaItalia». L’aggiunta di tre mesi, infatti, nella vecchia disciplina si sarebbe applicata ai requisiti per le «quote» (somma di età e anzianità contributiva) necessarie per il pensionamento di anzianità e all’età per quello di vecchiaia. Nel nuovo orizzonte, le «quote» interessano solo i lavoratori impegnati in attività considerate «usuranti» dalla legge, ma l’incremento automatico alzerà anche i livelli minimi contributivi indispensabili al pensionamento anticipato: i 42 anni e 2 mesi previsti per il 2013 dal decreto per l’uscita anticipata degli uomini, di conseguenza, dovrebbero diventare in realtà 42 anni e 5 mesi, e lo stesso si verifica (con un anno di contributi necessari in meno) per le lavoratrici. Con la manovra, inoltre, l’adeguamento sarà biennale, gli effetti saranno più lineari ma non più profondi rispetto al vecchio calendario: in genere, secondo le previsioni della relazione tecnica, ci sarà un incremento di due mesi ogni due anni, anziché tre mesi ogni tre.
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