Il 12 luglio scenderanno in strada per protestare: sindaci, presidenti di comunità montane e presidenti di provincia, tutti in piazza Castello. Lo faranno per esprimere i propri timori al prefetto e per sensibilizzare l’opinione pubblica su quali effetti scaturiscono dai tagli, sia quelli imposti dalla Regione che quelli previsti dalla manovra del governo. Se l’effettiva portata di questi ultimi è ancora tutta da decifrare, tra le conseguenze dell’assestamento del bilancio regionale c’è un dato che preoccupa più degli altri: «La riduzione di risorse per le politiche sociali è di 17,5 milioni di euro, cui si aggiungono 25 milioni che erano stati esclusi dal bilancio tecnico presentato dalla giunta Bresso e che non sono stati confermati», denuncia la presidente dell’Anci Piemonte, Amalia Neirotti. Il totale fa poco meno di 43 milioni, che andranno in prevalenza a gravare sui bilanci dei consorzi socio-assistenziali, creati dai vari Comuni per aiutare le fasce più deboli della popolazione. Un buon quarto della riduzione si scaricherà sul Comune di Torino, il resto sui 53 enti che gestiscono le politiche sociali in Piemonte, che dovranno far fronte a un ammanco medio di 600 mila euro a testa. «È una situazione che ci preoccupa molto, perché le amministrazioni comunali non hanno nelle proprie casse le disponibilità economiche sufficienti per assegnare queste risorse», spiega la leader dei sindaci piemontesi Neirotti. In più, il taglio va a incidere sull’anno in corso, per il quale i consorzi hanno già programmato tutta una serie di spese. Ora le loro capacità di assorbire il taglio sono limitate e il risultato è che a subire riduzioni saranno attività per le quali si può ancora scegliere revocare i fondi assegnati, come l’assistenza economica alle famiglie in difficoltà e l’educativa territoriale rivolta ai minori e ai nuclei familiari più a rischio. Sono solo le prime stime sui danni causati dalla manovra d’assestamento, perché i direttori dei consorzi socio-assistenziali si riuniranno ancora domani per effettuare ulteriori simulazioni. Ma la situazione allarma anche l’assessore ai Servizi sociali di Torino, Marco Borgione: «Per noi significherebbe rinunciare a circa un nono delle risorse a nostra disposizione e quindi vedere falcidiate le nostre attività». Ieri il presidente del Piemonte, Roberto Cota, e alcuni rappresentanti della sua giunta hanno incontrato per la prima volta i rappresentanti di Comuni (Anci), Province (Upp) e Comunità montane (Uncem). Ora Borgione spera che «da questo confronto che si è finalmente avviato si arrivi a valutare con maggior attenzione la spesa sul sociale. Da parte nostra c’è piena disponibilità al confronto». Cota ha comunque promesso agli enti locali due aiuti su altri fronti: «Offriremo ai Comuni, soprattutto a quelli più piccoli, un pacchetto per il supporto informatico che verrà messo a disposizione dal Csi Piemonte. E poi prepareremo un piano per rilanciare le piccole opere pubbliche, sotto i 500 mila euro. Quanto denaro stanzieremo? Ci stiamo lavorando».
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