In attesa che il Dpcm sui correttivi del patto 2011 concluda il suo percorso, i Comuni e le Province possono applicare gli sconti ottenuti dalla distribuzione di 350 milioni (dei 480 totali) di dote individuata dalla legge di stabilità e abbassare l’asticella dei loro obiettivi. La Ragioneria generale, nella circolare 11/2011 sul patto di stabilità, anticipa i contenuti operativi del decreto “ritardatario” (si veda «Il Sole 24 Ore» del 24 marzo) programmato per fine gennaio, ma ancora in corso di registrazione presso la Corte di conti e interviene sui buchi interpretativi nelle regole 2011 dei conti locali. Applicando le istruzioni della Ragioneria, i Comuni possono così superare, di fatto, il nodo operativo e procedere con i calcoli definitivi da allegare ai bilanci preventivi 2011. La clausola di salvaguardia (comma 93, articolo 1, della legge 220/2010) è nata per correggere le storture prodotte dal cambio di regola, che in molti casi assegna ai Comuni obiettivi praticamente irraggiungibili. Si applica dopo aver calcolato la manovra sulla spesa corrente media 2006/2008, al netto del taglio dei trasferimenti, e una volta apportato il correttivo pari alla metà dello scostamento con i valori risultanti dai vecchi metodi di calcolo. Il meccanismo agisce in maniera diversa in base alla dimensione demografica e impedisce all’obiettivo assegnato a ogni Comune di superare una percentuale sulla spesa corrente media 2006/2008. Il tetto è pari a 10,5% nei Comuni sopra i 200 mila abitanti, si attesta al 7% in quelli fra 10mila e 200mila e si abbassa al 5,4% nei Comuni fra 5mila e 10mila abitanti. Con questi correttivi, 1.400 sindaci (su circa 2.100 dentro il patto) avranno un obiettivo più coerente con le forze del Comune che rappresentano. A beneficiarne sono grandi città (a Parma la manovra è ridotta del 60%, a Monza del 35,5% e Torino del 18,8%) e Comuni medio-minori (a Loreggia, in provincia di Padova, lo sconto è del-l’89,5%). Per le Province la riduzione opera solo se l’incidenza percentuale della riduzione dei trasferimenti sulla spesa corrente 2006 – 2008 supera il 7 per cento. Il Dpcm per gli enti che nel 2009 avevano escluso le entrate straordinarie stabilisce che da quest’anno possono tornare a considerarle nel saldo finanziario 2011. Durante l’anno, gli obiettivi possono variare per l’intervento dei governatori, ai quali sono stati assegnati maggiori incentivi per venire incontro alle esigenze degli enti locali del loro territorio.
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