La Provincia di Padova non vuole risparmiare

Italia Oggi
27 Gennaio 2012
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La Provincia di Padova s’imbelletta prima d’andare incontro a morte certa. L’ente guidato dalla pidiellina Barbara Degani ha infatti deciso di dotare l’aula consiliare di Palazzo S.Stefano, sede provinciale, di un nuovo impianto di amplificazione pur sapendo che, tempo due anni, di quell’amministrazione non ci sarà più traccia, sciolta come sarà per effetto del Salva Italia di Mario Monti.
A rivelarlo è il Gazzettino che rilancia la protesta del capogruppo del Partito democratico, Fabio Rocco.
Pare infatti che la presidente abbia deciso di chiudere in bellezza, sotto il profilo dell’esercizio democratico, rendendo più agevoli i lavori dei partiti di maggioranza e di opposizione nella sala consiliare dove, al momento, l’acustica sarebbe davvero infelice.
Ci sentiranno pure poco i 36 consiglieri ma, come ha rivelato Rocco, lavorano ormai il giusto: «Il consiglio provinciale ordinario non si riunisce dal 15 settembre», ha tuonato l’esponente democrat, «e dovremo attendere il 16 febbraio per una nuova convocazione, mentre le commissioni operano a ritmi più che dimezzati».
La Degani, classe 1966, è azzurra forzista della primissima ora e da sempre legata all’ex-governatore Giancarlo Galan.
È entrata in politica per la porta di servizio, nel 1994, diventando assistente parlamentare della senatrice Maria Casellati, quella che suscitò qualche polemica, anni dopo, per aver assunto come portaborse la figlia Ludovica. A quell’epoca la Degani era già stata segretario regionale di Forza Italia e poi consigliera regionale nel 2000 e nel 2005, quest’ultima volta sull’onda di 13mila preferenza personali.
Come presidente provinciale s’era parlato di lei anche nel novembre scorso quando, pur di vendere a un prezzo migliore la quota della società Serenissima (autostrade) che il suo ente deteneva, bypassò un accordo con i vicini comuni di Padova e Vicenza, amministrati dal Pd, facendo l’affare con le Costruzioni Mantovani anziché con il fondo F2i di Vito Gamberale.
Degani rispose alle critiche e alle minacce di richieste danni (se F2i non avesse poi comprato a causa della defezione), sventolando sotto il naso dei sindaci, il padovano Giancarlo Zanonato e il vicentino Achille Variati, il contratto che assegnava alla sua provincia un milione in più di quello che avrebbe realizzato con l’altro acquirente.
Che sia stato questo maggior introito a farle avallare la spesa dei nuovi microfoni e casse acustiche per il consiglio?
Più probabilmente la Degani, come altri esponenti del Pdl padovano, scommette sulla sopravvivenza degli enti falcidiati da Monti ed è infatti attivissima, in seno all’Unione province italiane-Upi, nelle manifestazioni per la salvezza delle abolende amministrazioni.
« Vanno dismesse quelle di dimensioni irrisorie per territorio e abitanti», aveva detto anche nella conferenza stampa di fine anno, «noi siamo un ente virtuoso di coordinamento delle amministrazioni locali».

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