Il peso fiscale sugli utili delle imprese è arrivato, in Italia, a un livello intollerabile. Secondo i calcoli dalla Cgia di Mestre, gli utili delle imprese vengono scarnificati del 68,55% dai morsi del fisco. Con questi abnormi livelli percentuali di prelievo, a danno delle imprese, non si può più parlare di un prelievo fiscale ma di un esproprio parziale senza indennizzo. Ecco perché tutti (salvo una certa parte della sinistra) convengono che non si può aumentare la pressione fiscale ma si deve ridurre l’evasione fiscale e si deve soprattutto ridurre il peso della macchina pubblica, chiedendo ad essa di, almeno, avvicinarsi ai livelli di efficienza che le imprese private hanno già raggiunto in questi ultimi anni, nei corso dei quali esse hanno già tagliato tutti i loro rami secchi. Dicevo che la destra è contro l’aumento della pressione fiscale. Ciò è vero solo a parole. Ma non nei fatti. La dimostrazione di questa doppiezza è l’aumento di un euro su ogni biglietto del cinema. Che cosa è successo? Il governo aveva tagliato certi contributi alla cinematografia che poi servono anche a portare i soldi all’estero come hanno dimostrato i conti cifrati di Sandrelli madre e figlia. Sennonché il mondo del cinematografo romano che, controllando tutti i media, è in grado di fare cagnara mediatica più dell’intera categoria dei metalmeccanici, è riuscito a far entrare per la finestra i contributi che era stati fatti uscire dalla porta. Il balzello di un euro a biglietto non aumenta l’Irpef ma alleggerisce ugualmente il portafoglio degli italiani. Così gli enti locali girano le ristrettezze sui cittadini, non facendo efficienza, aumentando i prezzi degli abbonamenti, riducendo le classi degli asili, cancellando l’assistenza agli anziani. Perché, dicono, non hanno ricevuto adeguati trasferimenti dallo Stato. Ma lo Stato gira meno soldi perché il debito pubblico è già stratosferico e l’aumento anche di un solo punto negli interessi comporterebbe un maggiore esborso di 18 mld di euro (una metà finanziaria). Gli enti locali dovrebbero quindi fare ciò che le imprese hanno già fatto: alienare le attività collaterali, bloccare le assunzioni, liquidare le municipalizzate che sono uno strumento per assumere senza concorso i fedeli, cancellare il dibattimentificio oneroso, accantonare investimenti di prestigio (ieri, lo stato della Florida ha rinunciato all’alta velocità ferroviaria alla vigilia dell’aggiudicazione dei lavori, perché non può più permetterselo). Da noi, gli enti locali, anziché fare come la Florida, fanno come Hamas, che metteva i lanciarazzi nelle scuole (scudi umani) per far sì che la reazione non ci fosse e, se ci fosse stata, colpisse gli inermi.
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