La Commissione europea stima che l’11% delle piccole e medie imprese (PMI) perda dei contratti a causa della carenza di competenze linguistiche. Il costo di queste opportunità mancate può essere di milioni di euro, senza contare la perdita di posti di lavoro. Le celebrazioni per la giornata europea delle lingue 2010 hanno rappresentato un’occasione per riflettere sul rapporto tra lingue e imprese: il 24 settembre a Bruxelles Androulla Vassiliou, Commissaria europea per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha partecipato infatti a una conferenza dal titolo “Le lingue per le PMI”, dove ha incontrato i rappresentanti di imprese europee le cui competenze linguistiche si sono tradotte in profitti. La conferenza sarà trasmessa in diretta su Internet.
Con le sue 23 lingue ufficiali e oltre 40 lingue regionali e minoritarie, l’UE è una comunità multilingue di paesi e persone unica nel suo genere. La prima giornata europea delle lingue si è tenuta nel 2001 per celebrare questa diversità e per evidenziare l’importanza delle lingue nella vita privata e professionale.
Il programma della Commissione dedicato all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita stanzia 50 milioni di euro all’anno per attività e progetti legati allo studio delle lingue.
La grande importanza che il programma dedica al tema delle lingue per le PMI si basa in parte sulle conclusioni di uno studio del 2007, secondo cui l’economia europea soffre per la scarsità di competenze linguistiche straniere in seno alle imprese. Su un campione di quasi 2000 imprese, l’11% ha dichiarato infatti di aver perso dei contratti – in taluni casi del valore di milioni di euro – a causa della mancanza di competenze linguistiche.
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