Tutto sommato, sono casi banali. Auto parcheggiate male, per multe da qualche decina di euro. E allora come mai si arriva addirittura in Cassazione? È accaduto con due sentenze depositate ieri e in migliaia di altri casi, soprattutto degli ultimi anni.
La risposta sta nell’atteggiamento che devono prendere i Comuni di fronte ai ricorsi: quando il cittadino va avanti fino all’ultimo grado di giudizio, non di rado le spese legali sono proibitive per le casse comunali e si preferisce lasciar correre e non resistono. Così si espongono al rischio di perdere la causa.
È sempre stato così. E, negli ultimi anni, c’è stato chi ne ha approfittato: ha portato avanti anche ricorsi infondati nei fatti e, talvolta, ha anche vinto.
Un sistema analogo si è diffuso a un livello più basso (quindi meno costoso), quello dei ricorsi al prefetto: soprattutto in alcune grandi città, il contenzioso è proliferato artificiosamente da una quindicina d’anni. Cioè da quando la Cassazione ha stabilito che il termine entro cui il caso va chiuso è perentorio (e quindi se la decisione tarda la multa si annulla automaticamente).
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