Italia condannata per “la monnezza”

Dalla Corte dei diritti dell’Uomo pollice verso alla gestione dei rifiuti nel caso Campania. Le amministrazioni attuali si difendono: “Una eredità del passato”

11 Gennaio 2012
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Italia all’angolo causa monnezza. La Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato le autorita’ italiane per la cattiva gestione della crisi dei rifiuti in Campania, che ha provocato la violazione di alcuni diritti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In una sentenza “non definitiva”, la Corte si riferisce allo stato di emergenza dichiarato per il periodo fra l’11 febbraio 1994 e il 31 dicembre 2009, compreso “un periodo di cinque mesi durante il quale tonnellate di rifiuti si sono accumulati nelle strade”. A fare ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo sono stati 18 cittadini italiani.  Il ricorso è stato presentato alla corte 4 anni fa, il 9 gennaio del 2008, e invocava gli articoli 2 e 8 della Convenzione (rispettivamente, il diritto alla vita e quello al rispetto della vita privata e familiare), sostenendo che, non adottando le misure necessarie per garantire il buon funzionamento del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti in Campania, le autorità pubbliche hanno gravemente nuociuto all’ambiente della loro regione mettendo in pericolo le vite e la salute dei cittadini, senza informarli dei rischi che corrono. Secondo la Corte, c’è stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione per quanto riguarda “l’incapacità prolungata delle autorità italiane ad assicurare il funzionamento regolare del servizio di raccolta, trattamento e eliminazione dei rifiuti, incapacità che ha danneggiato il diritto dei cittadini al rispetto della loro vita privata e del loro domicilio”, mentre ha riconosciuto allo Stato di avere informato, nel 2005 e nel 2008, la popolazione coinvolta. 

Le reazioni
“Viviamo nel paradosso per cui noi che stiamo risolvendo i problemi subiamo la condanna per fatti determinati da chi non ha saputo gestire e ha creato disastri”, commenta il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. “Le sentenze vanno rispettate e le sentenze arrivano sempre dopo che i fatti sono accaduti. È importante però che le “fotografie” che hanno determinato questa sentenza non ci siano più. A noi tocca convincere la comunità internazionale che le cose stanno cambiando e che da parte di questa amministrazione c’è tutto l’impegno”. “Sapevamo di aver ereditato un disastro. Siamo al lavoro per superare questi venti anni di ritardi e inadempienze”, afferma  in una nota l’assessore all’ambiente della Regione Campania Giovanni Romano. “La Corte condanna la vecchia incapacità di gestire adeguatamente l’emergenza e chi ha saputo dire solo no, ponendo veti con una visione solamente ideologica – sottolinea – questa è una fase nuova che deve essere necessariamente caratterizzata dai ‘si’ e dagli interventi strutturali. Siamo sulla strada giusta, grazie alla collaborazione in atto tra tutte le istituzioni”.  In una nota il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro sottolinea invece che “la condanna della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo arriva in un brutto momento. Non vorrei che l’Unione Europea che deve decidere sulla procedura d’infrazione fosse condizionata da questo provvedimento che risponde a tempi e logiche di giudizio completamente diversi, trattando l’analisi di un periodo che va dal 1994 al 2009. Da quei tempi le cose sono notevolmente cambiate. C’è piena sinergia tra le istituzioni e si stanno facendo passi avanti concreti per dare all’area metropolitana di Napoli ed a tutta la Campania un piano di gestione per la raccolta dei rifiuti finalmente credibile ed in linea con le normative europee”. “La condanna all’Italia rimarca l’urgenza del governo, ma anche l’impegno del Ministro Clini, nel coinvolgere i riferimenti territoriali e istituzionali, in primis regione, provincia e comuni, per fronteggiare in maniera risolutiva il problema dei rifiuti in Campania”, dichiara il senatore del Pd Enzo De Luca, vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. “È la dimostrazione, come abbiamo sempre denunciato, che l’emergenza non è affatto terminata. Ovviamente, ci auguriamo che questo ennesimo provvedimento rispetto alla Campania dia una accelerazione all’approvazione definitiva, da parte della regione, del piano rifiuti. Occorre inoltre lasciare ai comuni la competenza sulla riscossione dei tributi ambientali e sulla raccolta dei rifiuti; evitare di isolare sempre di più gli enti locali, esponendoli alle infiltrazioni della criminalità organizzata, come dimostrano le inchieste in corso, una piaga che deve essere definitivamente curata”. Infine, ha sottolineato De Luca, “abbiamo auspicato, e continuiamo a farlo con forza, un accordo politico e istituzionale in materia di gestione dei rifiuti. Le gravi vicende del recente passato, che hanno portato a strumentalizzare l’emergenza rifiuti in occasione delle campagne elettorali, non devono ripetersi mai più. È ora di affrontare la gestione del ciclo dei rifiuti in una cornice normativa compiuta, che tuteli la materia. A tale proposito, auspichiamo l’approvazione definitiva al Senato del disegno di legge quadro in materia di gestione integrata dei rifiuti, incentivazione della raccolta differenziata e lotta allo smaltimento illegale, ora in fase conclusiva nella commissione ambiente di Palazzo Madama”.

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