I settori maggiormente in crescita attualmente sono manifattura, costruzioni e alcuni comparti del terziario. Lasciano ben sperare anche i sondaggi volti a verificare il livello di ottimismo, nei confronti del mercato e della situazione economica in generale, di imprese e consumatori. Pesa ancora, tuttavia, il calo degli occupati registrato rispetto al periodo antecedente l’emergenza (-735 mila). Diverso il discorso per quanto concerne i prezzi: dinamica quasi nulla nel 2020, ma dall’inizio dell’anno attuale serpeggia un incremento di inflazione dovuto, in parte, alla risalita del prezzo del petrolio e al recupero dell’attività. Inoltre, in seguito alla sospensione, temporanea, dei vincoli che costituiscono il Patto di stabilità e crescita, il debito pubblico ha compiuto un balzo in avanti, attestandosi al 9,5% del PIL. Raddoppia il tasso di risparmio privato, già alto, e crollano i consumi, nonostante le perdite in termini di reddito disponibile siano state contenute grazie al sistema di trasferimenti alle famiglie. Detto calo si è manifestato con maggiore evidenza al Nord, rispetto che al Centro o nel Mezzogiorno. Non varia la spesa per alimentari e per l’abitazione, mentre, anche alla luce delle misure restrittive disposte negli ultimi tempi, diminuiscono decisamente quelle in spostamenti o socialità. Cresce, purtroppo, la povertà assoluta, nonostante l’attesa per il ritorno alla tanto sospirata normalità dovrebbe non essere troppo lunga.
Il Rapporto annuale dell’ISTAT fotografa la situazione del Paese nel 2021
Dopo la crisi innescata dall’emergenza Coronavirus si attende un forte recupero. Bene manifattura e costruzioni, cresce però la povertà nelle Regioni del Nord
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