Irpef e tariffe, la stangata dei Comuni

Il Sole 24 Ore
19 Dicembre 2011
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Manovre e manovrine. Se per il presidente del Consiglio, Mario Monti, questi sono i difficili giorni degli interventi per l’assestamento dei conti pubblici, anche i sindaci non se la passano meglio. I primi cittadini stanno cercando di far quadrare i bilanci e non è escluso che, con l’arrivo dell’Imu (Imposta municipale propria), non si trovino costretti a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti. Anzi. In alcuni casi è certo.
Così oltre a subire gli effetti della manovra di Governo – ora all’esame del Senato dopo l’ok della Camera e che ha dato il via libera pure all’aumento “lineare” dello 0,33% delle addizionali regionali Irpef – i cittadini dovranno fare i conti anche con i balzelli comunali. Interventi sulle aliquote Imu o sulle addizionali comunali dell’imposta sui redditi. Ma non solo. Anche sulle tariffe per servizi pubblici locali, asili nido, mense scolastiche, trasporti: per molti municipi, insomma, è in arrivo la stangata, vuoi come aumento secco, vuoi come rimodulazione degli scaglioni, quando previsti.
È questo il risultato del monitoraggio condotto dal Sole 24 Ore sui Comuni capoluogo di regione, alle prese con la redazione dei bilanci preventivi per il 2012, il cui termine di presentazione dovrebbe scadere il 31 dicembre (si veda la sintesi grafica a lato). Il condizionale è d’obbligo, perché i conti del prossimo anno saranno fortemente condizionati dal contenuto della manovra, la cui versione finale si conoscerà al più tardi a ridosso di Natale. Sembra dunque probabile un rinvio dell’ultima ora per la presentazione dei bilanci. Basta pensare all’Imu e all’intervento della Camera sul testo originario che ha sostanzialmente fatto pesare il numero dei figli nell’applicazione dell’imposta alle prime case. La franchigia di 200 euro, infatti, aumenta di 50 euro per ogni figlio, fino a un massimo di 400 euro. Modifiche che, provocando una riduzione sul relativo gettito, costringono gli uffici tecnici comunali ad aggiornare di continuo le previsioni e dunque i bilanci.
A sottolineare questa situazione, e l’esigenza di avere più tempo a disposizione, sono le risposte degli assessori al bilancio: tutti in attesa di avere un quadro di maggiori certezze. Qualche sindaco, tuttavia, ha già fatto più di un passo avanti. Ad esempio la giunta di Milano è pronta a raddoppiare l’addizionale comunale all’Irpef (ora allo 0,2%), come accadrà a Brescia, e addirittura a quadruplicarla (per arrivare dunque allo 0,8%) qualora le condizioni delle casse municipali lo rendessero necessario, portandosi così appena un gradino sotto i livelli della Capitale (dove l’aliquota è già allo 0,9%).
E se dal Campidoglio fanno sapere che non ci saranno ritocchi nel 2012 sull’Irpef, per i romani è in arrivo l’aumento del 50% del prezzo del biglietto per le linee di trasporto urbano, da 1 a 1,50 euro (con ogni probabilità da giugno, mentre a Milano lo stesso aumento è già attivo). Il sindaco Gianni Alemanno ha poi annunciato l’aumento dell’aliquota ordinaria Imu, quella fissata allo 0,76% per le seconde case, anche se non ha ancora chiarito in quale misura. Le norme consentono ritocchi, in aumento o in diminuzione, di 0,3 punti percentuali. Il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, sembra invece intenzionato a tenere l’aliquota base per le seconde case al livello minimo consentito, cioè allo 0,46 per cento. Né il sindaco della Capitale, né quello del capoluogo lombardo, hanno però ancora deciso cosa fare con gli immobili strumentali delle imprese o con quelli locati, per i quali la manovra Monti consente di scendere fino allo 0,4 per cento.
Sale l’asticella dell’Irpef anche a Genova, dove l’addizionale 2012 (ora allo 0,7%) potrebbe arrivare allo 0,8 per cento. A Torino si sta invece riflettendo su aliquote differenziate in base al reddito, senza però intervenire su quella massima dello 0,5%, ed è in arrivo l’aumento sul biglietto del trasporto locale (da 1 a 1,50 euro). Così come a Bari, dove sarà rivisto anche il meccanismo degli scaglioni per mense e asili nido. E a Napoli, i rincari sui mezzi urbani si aggiungeranno a quelli per gli altri servizi locali. Sul fronte Imu, nel capoluogo pugliese sembra difficile scendere sotto la soglia dello 0,4% sulle prime case ed è invece probabile un aumento dell’aliquota ordinaria.
Ad attenuare la portata degli aumenti potrebbero essere, però, i piani di dismissioni che i Comuni stanno approntando. Ma è ragionevole credere che, nella redazione dei bilanci preventivi, la probabilità di ricavi futuri dovrà comunque piegarsi alla logica degli aumenti a tappeto.

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