ROMA – Nessuna ipoteca o esproprio per importi non superiori a 20mila euro. Se nel mirino della riscossione c’è l’abitazione principale, il contribuente dovrà essere avvertito prima che l’agente proceda a qualsiasi iscrizione sul bene immobile e avrà a disposizione 30 giorni di tempo per sistemare la sua posizione. Non solo. Ganasce fiscali in soffitta per debiti complessivi inferiori a 2.000 euro. In questo caso il contribuente potrà ricevere solo solleciti di pagamento. Sul fronte delle rateizzazioni delle somme dovute all’Erario, Equitalia sarà più flessibile con i debitori che si trovano nelle condizioni di non riuscire a rispettare le scadenze di pagamento. La possibilità di concedere al debitore un nuovo piano di rateazione, in caso di mancato pagamento di una o più rate (già previsto dall’ultimo milleproroghe), diventerà strutturale. E dalla semplice battuta al sindaco di Roma Gianni Alemanno sulla possibilità di rimettere nelle mani dei Comuni la riscossione delle loro entrate, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti è pronto a passare ai fatti: in attuazione del federalismo fiscale, Equitalia potrà valutare di concentrare la sua operatività sulla sola riscossione dei crediti di natura tributaria e contributiva, lasciando ai Comuni il compito di riscuotere le proprie entrate. Sono alcune delle indicazioni con cui la Commissione Finanze vuole impegnare il Governo per modificare l’attuale disciplina della riscossione coattiva. Le richieste sono state formalizzate mercoledì scorso con la presentazione della risoluzione n. 7-00590 (primo firmatario Maurizio Bernardo,Pdl), che verrà approvata alla Camera martedì prossimo. «Si tratta – ha spiegato Bernardo – di interventi non più rinviabili alla luce della crisi economica e di liquidità che in questo periodo investono particolari settori produttivi». In questo senso i cinque punti della risoluzione “Bernardo” vanno visti come la traduzione degli emendamenti che, con i dovuti aggiustamenti tecnici dell’Economia, saranno presentati al decreto sviluppo (n. 70), da mercoledì scorso all’esame proprio della Commissione Finanze e di quella Bilancio. La norma più attesa e invocata dalle imprese è quella sulle ganasce fiscali. Le associazioni di categoria chiedono la loro cancellazione. La VI Commissione sembrerebbe invece più orientata a non consentire all’agente della riscossione di utilizzare i fermi amministrativi in caso di debiti complessivi inferiori o pari a 2.000 euro. Lo stesso agente, davanti a importi minimi, si dovrà limitare a inviare al debitore solleciti di pagamento. Per le ipoteche e l’espropriazione di beni immobili la proposta della VI Commissione è quella di elevare da 8mila a 20mila euro l’importo al di sotto del quale non si può iscrivere ipoteca o procedere a espropriazione. Nel caso in cui il debitore sia proprietario di un solo immobile «nel quale abbia la propria residenza» l’iscrizione ipotecaria dovrà essere preceduta dalla notifica di una comunicazione preventiva che assegni al contribuente trenta giorni di tempo per effettuare il pagamento, «prima che si proceda all’iscrizione del gravame». Tra gli altri interventi auspicati dalla Commissione Finanze la rivisitazione del meccanismo di calcolo delle sanzioni tributarie, «in particolare escludendo forme di anatocismo, legate all’applicazione di ulteriori interessi sulle sanzioni e sugli interessi di mora maturati per il mancato pagamento dei debiti tributari». Va limitata quanto più possibile la crescita degli oneri connessi ai ruoli esecutivi e rivedere il meccanismo degli aggi. Intanto sul fronte della riscossione la tensione sociale registrata negli ultimi tempi in Sardegna, in Puglia e nel Veneto, è esplosa anche nella Capitale. Oggetto di azioni di violenza è stata la sede della Gerit Roma di via Palmiro Togliatti.
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