>> LEGGI ANCHE L’Intelligenza Artificiale può scrivere le leggi?
Le sfide dell’AI ACT
Ebbene l’AI Act è ormai prossimo alla approvazione definitiva e, quindi, vista la complessità della normativa e delle sfide dell’IA, è necessario che tutti capiscano come organizzarsi in vista dell’attuazione ormai imminente. A partire dalle istituzioni che saranno chiamate a vigilare sull’effettiva applicazione di queste norme. La Commissione europea, ad esempio, ha costituito un European Artificial Intelligence Office già prima della formale adozione del Regolamento e ha già avviato una selezione del personale con l’obiettivo di assicurarsi i migliori esperti su piazza (in questo momento è difficile essere competitivi con il mercato).
Come presidiare l’IA: una proposta
Analoga urgenza hanno gli Stati Membri. Infatti, ogni Paese UE è chiamato a istituire o designare almeno un’Autorità di notifica e almeno un’Autorità di vigilanza del mercato (’art. 70). A tali Autorità verrà demandato il compito di vigilare sull’attuazione delle disposizioni dell’AI ACT e sulla comminazione delle sanzioni. Pertanto, gli Stati membri si trovano di fronte alla scelta di istituire un organismo specifico per l’IA oppure di delegare i compiti e le responsabilità in questa materia a un’Autorità già esistente. Finora, sono pochi gli Stati che hanno provveduto già: la Spagna ha già da tempo costituito un’Agenzia apposita (AESIA – Agencia Española de Supervisión de la Inteligencia Artificial), l’Olanda ha indicato il locale Garante Privacy, mentre in Austria la scelta è ricaduta sull’Autorità competente in materia di telecomunicazioni. E in Italia? Pochi giorni fa, il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti ha anticipato in un’intervista al Sole24Ore il contenuto di un disegno di legge (che avrebbe dovuto vedere la luce entro fine marzo ma non è ancora stato adottato)…
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento