Le infrastrutture in Italia e nell’Euromediterraneo si faranno solo con il partenariato pubblico privato. Parola del ministro delle infrastrutture Altero Matteoli che, in occasione del convegno «Infrastrutture e Euromeditarraneo: una nuova stagione», organizzato dalla Fondazione Lorenzo Necci presso il Senato, ha espresso la convinzione che il ricorso allo strumento del ppp sia l’unico modo per andare avanti nel settore e per competere con gli altri paesi nella costruzione di corridoi, autostrade del mare e anelli infrastrutturali intorno all’area mediterranea. Affermazioni che confermano come, in assenza di risorse pubbliche, l’unica alternativa per dare nuovo impulso al settore delle infrastrutture sia l’iniziativa dei privati. Dello stesso avviso il viceministro Roberto Castelli. Il quale, nell’invitare a trovare soluzioni alternative allo stanziamento di fondi per le infrastrutture, ha posto l’accento sull’intervento dei privati nella costruzione di importanti corridoi europei. «Stiamo facendo la rete di autostrade più grande d’Europa finanziata solo dai privati, e siamo stati i primi a fare le autostrade del mare, ha detto per poi sottolineare la necessità di rendere le opere meno costose». «L’alta velocità in Italia costa 32 milioni di euro a km mentre in Francia ne costa 10 a chilometri. I prossimi due anni li utilizzeremo per fare dei tavoli di concertazione per rendere le opere finanziariamente sostenibili». E sempre nell’ottica dell’intervento privatistico rientrano, a parere del viceministro, la messa in gara delle concessioni autostradali e il pedaggio autostradale. Castelli ha spiegato che quest’ultima «è un’operazione di equità e intelligenza» in quanto volta ad uniformare tutta la rete autostradale e a portare l’Anas fuori dalla contabilità di stato, rendendolo un ente autonomo in grado di stare sul mercato. «Sono ottimista», ha quindi concluso, «non siamo messi così male con le infrastrutture, molte cose sono state fatte dal governo e molte altre ne stiamo facendo». Della necessità di una politica infrastrutturale decisa e volta non solo a prevedere il transito delle merci, ma ad elaborare e prevedere il loro assemblaggio per destinarle al mercato, è invece convinto il presidente di Anas Piero Ciucci. «La partita delle infrastrutture si gioca sul lungo periodo ma ha bisogno di decisioni a breve termine ed è importante valutare le sfide che ci si pongono per non essere scavalcati dagli altri stati» ha affermato proponendo una conferenza nazionale per lo sviluppo di un piattaforma logistica nell’Euromeditarreneo, in cui siano coinvolti costruttori, industria e commercio alla ricerca di punti d’incontro sugli aspetti finanziari. Un coordinamento fra tutti i paesi europei sulla capacità finanziaria per la realizzazione delle infrastrutture nel’euromediterraneo è, infine, essenziale per Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, associazione nazionale costruttori edili. Il presidente ha infatti messo in guardia dall’avanzare di stati come la Cina e l’Asia,che stanno incrementando gli investimenti nell’area mediterranea e che potrebbero superare quelli europei. Buzzetti ha spiegato di aver presentato un piano di attività alle associazioni europee dei costruttori, trovando il consenso unanime di tutti gli stati. Convinto della necessità di fare una rete integrata per la costruzione delle autostrade del mare, ha, poi, indicato alcune priorità su cui impostare le azioni nel nostro paese: il miglioramento dell’accessibilità dei porti; lo sviluppo di piattaforma logistiche; le connessioni tra porti del mediterraneo e porti del sud; il miglioramento dei collegamenti con i paesi dei Balcani e quelli africani; l’adeguamento dell’accesso ferroviario di Genova e il rafforzamento dei porti di Cagliari e Palermo.
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