Non solo allegra gestione dei finanziamenti ai gruppi regionali. In Campania sta per scoppiare un nuovo scandalo e riguarda i sei milioni di euro l’anno spesi per gli stipendi di 120 comandati, i dipendenti di altri enti pubblici che vengono trasferiti su segnalazioni alla regione e per questo prendono anche un premio che può arrivare fino a 1.300 euro in più al mese per il «disturbo». Venerdì scorso, Paolo Romano del Popolo della libertà, presidente dell’assemblea campana, dopo la visita degli agenti della Guardia di Finanza al centro direzionale, sede del consiglio regionale della Campania, si dichiarava fiducioso e tranquillo sulla gestione dei fondi dei gruppi. Aveva aveva specificato che si tratta di «cifre basse, per i sette gruppi consiliari presenti in aula c’è uno stanziamento di 1.055.000 euro».
Dopo la pietra lanciata dal consigliere de La Destra, Carlo Aveta, che con un’interrogazione vuole sapere perché la moglie del presidente del consiglio Stefano Caldoro sarebbe stata nominata dal marito come componente dell’Osservatorio per la formazione medico specialistica per verificare lo standard di attività assistenziali dei medici specialistici, la preoccupazione di una nuova parentopoli aumenta. E allora Romano ieri ha voluto denunciare lo scandalo dei comandati prima che lo facessero altri.
I comandati sono quegli impiegati e dirigenti di amministrazioni pubbliche, comuni, comunità montane, municipalizzate, province, che vengono ufficialmente richiesti dalla Regione, dai consiglieri, dagli assessori, dai dirigenti, e che lasciano il loro posto per portare i loro servizi nel nuovo ente. Con questo trasferimento conservano lo stipendio che prendevano con l’aggiunta di un premio che va dai 500 ai 1300 euro in più ogni mese, tutto pagato dalla regione e non più dall’ente dove prestavano servizio. Ebbene, ieri sulle pagine napoletane di Repubblica, Romano illustrava e denunciava le dimensioni del nuovo scandalo, da sei milioni di euro all’anno per 120 comandati che «sono uno spreco per buona parte» specificando però che «il problema dei comandati esiste, ma esiste da molto tempo prima che arrivassimo e noi siamo quello che già ne hanno ridotto i numeri e lo faremo ancora. Sia chiaro che sui trasferimenti di personale da un ente all’altro siamo stati noi i primi a porre il problema, non abbiamo atteso l’onda del malcontento». Sarà, ma sta venendo fuori solo ora che il malcontento galoppa.
In Campania scoppia lo scandalo comandati
Regione, sei milioni di euro l’anno per 120 dipendenti
Italia Oggi
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