Le verifiche del Governo, analitiche e minuziose, sono ancora in corso. Ma, come gli stessi governatori da tempo avevano messo in guardia, anche per i bilanci del 2011 di Asl e ospedali il barometro dei conti è destinato a segnare “maltempo”. Secondo le primissime e ufficiose indiscrezioni, sembra che il deficit totale del 2011 del pianeta della sanità pubblica sia destinato a superare ancora una volta i 2-3 miliardi di euro. Se non qualcosa di più. Con un ulteriore dato negativo che sta affiorando ai tavoli col ministero dell’Economia: solo tre Regioni sarebbero in attivo, anche se di pochissimo, ossia Lombardia, Toscana e Basilicata. Tutte le altre – e anzitutto le cinque con piano di rientro e commissariate e le altre tre “soltanto” sotto piano di rientro dal disavanzo – navigano in segno negativo. Questo, almeno, prima delle verifiche finali ai tavoli di monitoraggio. Anche se scontando le manovre locali i conti per alcune regioni potrebbero stingersi dal rosso al nero.
Un risultato, se confermato, fondamentale per le scelte a venire in tempi anche relativamente brevi. Nel 2013, infatti, scatteranno i costi standard, da applicare proprio sulla base dei risultati d’esercizio del 2011, secondo parametri indicati dal decreto legislativo sul federalismo fiscale. Che tra l’altro dispongono la scelta concordata tra Stato e governatori delle regioni benchmark tra le tre con il miglior risultato: da scegliere appunto in una rosa che comprenda una realtà del Nord, una del Sud e una del Centro Italia, con la presenza di una regione di piccole dimensioni. E così, se i conti finali del 2011 confermeranno le indiscrezioni, le regioni benchmark a questo punto potrebbero essere proprio Lombardia, Toscana e Basilicata. Sempreché i governatori concordino.
Nel 2010 era andata decisamente meglio, con nove regioni che dopo le manovre locali avevano chiuso i bilanci in pareggio o in attivo. Quasi tutte del centro-nord. I conti “migliori” nel 2010 sono stati quelli di Marche (con un avanzo di 27,6 milioni) ed Emilia Romagna (26,5). I conti “peggiori” nel Lazio con un deficit di poco superiore al miliardo e in Campania che ha chiuso a -496.
Sui piani di rientro, tuttavia, le regioni hanno chiesto di prevedere nel Patto per la salute 2013-2015, che stanno trattando in queste settimane con il Governo, nuove regole per le regioni in rosso in grado di assicurare comunque l’efficacia dal punto di vista della qualità dei servizi e del governo della spesa.
E sui conti si apre domani un’altra partita: quella del riparto del fondo sanitario 2012: 108,8 miliardi, su cui le regioni sono divise tra quelle che vorrebbero nuovi indici come quello della situazione socio-economica locale (sud) e quelle (nord) che preferiscono i vecchi criteri in attesa del cambio di rotta che ci sarà col federalismo fiscale. E con l’outsider della Toscana che ha chiesto – e in questo senso anche scritto a Mario Monti – di obbligare tutte le aziende sanitarie italiane a presentare bilanci certificati per non avere sorprese di fine anno che si ripercuotono, con i tagli, anche su chi i conti li ha in regola.
Un quadro critico
01|IL NODO
I bilanci regionali alla voce spesa sanitaria 2011, al netto di interventi d’aggiustamento successivo, dovrebbero chiudersi tutti in rosso. Secondo alcune indiscrezioni che starebbero emergendo nell’ambito dei tavoli aperti con il ministero dell’Economia, soltanto Lombardia, Toscana e Basilicata presenterebbero conti in attivo, un numero più basso rispetto all’anno precedente
02|LA PREVISIONE
Se i dati del bilancio 2011 saranno confermati – per ora si parla di indiscrezioni – la sanità pubblica nazionale potrebbe chiudere con una perdita stimabile tra i 2 e i 3 miliardi di euro, una cifra forse anche superiore a qui 2,3 miliardi con cui era stato chiuso il 2010.
Scontando le manovre locali è tuttavia possibile che i conti di alcuni Regioni al capitolo sanità possano stingersi dal rosso al nero
03|FONDO SANITARIO
Sui conti della sanità si aprirà domani un’altra importante partita riguardante il riparto del fondo sanitario 2012. Si tratta di 108,8 miliardi su cui le Regioni si dividono in due fronti. Quelle del Nord vorrebbero mantenere i vecchi criteri di riparto in attesa del cambio di rotta collegato all’avvio del federalismo fiscale, quelle del Sud vorrebbero nuovi indici come quelli della situazione socio-economica locale
Così nel 2010
Avanzi e disavanzi nella spesa sanitaria contenuti nei bilanci 2010 delle Regioni italiane (in milioni di euro) e risultato pro capite del territorio (in euro)
Note: in nero le Regioni con piano di rientro e commissiariate; in grigio le Regioni con piano di rientro
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