Il sottosegretario, presente questa settimana all’evento di presentazione di uno studio (“Le regole del gioco”) curato da “The European House – Ambrosetti”, ha cercato anche di rassicurare gli operatori sul fatto che la traduzione di quell’intesa con gli Enti locali – che lascia a loro la possibilità di decidere su orari di chiusura e distanze delle sale giochi dai luoghi sensibili – non colpirà chi ha già investito e garantirà l’equilibrio sul territorio, “evitando la desertificazione oppure la creazione di piccole Las Vegas nelle città”.
Il riordino complessivo prevede in tre anni il dimezzamento (da 100mila a 55mila) dei punti gioco oltre al taglio del 35% delle macchinette presenti sul mercato (da 400mila a 265mila), tentando di piazzare una pietra miliare in un settore che ha sempre più bisogno di manutenzione e nuovi meccanismi di regolazione più semplici e capaci di stare dietro alle innovazioni tecnologiche. Tra le proposte emerse durante la presentazione anche quella di passare dalla tassazione sulla raccolta a quella sul margine, cioè al netto delle vincite pagate.
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