Continua a rinnovarsi il dossier sulla Qualità della Vita, alla ricerca degli aspetti più attuali del nostro benessere quotidiano. E così, in questa edizione, vinta da Trento, sono state introdotte variazioni su nove dei 36 indicatori utilizzati per scattare la fotografie del buon vivere e mettere in fila le diverse realtà del Paese.
Invariato, rispetto agli anni passati, resta invece il numero delle concorrenti, che è rimasto fermo a quota 107, in attesa che i diversi provvedimenti ventilati in materia di riduzione delle Province diventino realtà. Ma ecco, capitolo per capitolo, quali sono gli indicatori utilizzati e le novità.
Benessere e business
Una sola la novità nel primo capitolo («Tenore di vita»), frutto della scelta di sostituire il dato puntuale sui consumi con il trend quadriennale, al fine di rappresentare meglio gli effetti della crisi sulla spesa delle famiglie. Rimangono invece immutati, seppure opportunamente aggiornati, i riferimenti a Pil pro-capite, depositi bancari, importo medio delle pensioni, inflazione e costo medio della case in zone semicentrali. Molto più importanti i cambiamenti nella tappa «Affari e lavoro». Qui, accanto ai tradizionali indicatori (imprese registrate, impieghi bancari rispetto ai depositi, quota di export sul valore aggiunto) sono tre le new entry. Intanto, c’è il ritorno dei fallimenti, nota dolente dell’economia in questi ultimi anni, al posto dell’importo dei protesti. In tema di lavoro, al più generale tasso di disoccupazione è stato preferito il dato sull’occupazione femminile, nella convinzione che anche da questa possa arrivare una spinta alla ripresa. Infine, per misurare la vivacità del processo di creazione di nuove imprese, è stato inserito un dato sulle start up innovative, al posto di quello relativo agli imprenditori under 30.
Infrastrutture e anagrafe
Nell’area «Servizi, ambiente e salute» torna l’indice infrastrutturale elaborato dall’Istituto Tagliacarne (escluso nella scorsa edizione per il mancato aggiornamento), al posto del tasso di copertura dei servizi di banda larga (spostato nel capitolo «Tempo libero»). Completano il quadro il macro-indice ambientale di Legambiente, il livello massimo di escursione termica, la percentuale di emigrazione ospedaliera, la disponibilità di asili comunali e il numero di procedimenti civili portati a termine rispetto allo stock. Nel calcolo del punteggio, sia i dati del Tagliacarne sia quelli di Legambiente – in quanto indici compositi – sono stati ponderati in maniera superiore rispetto agli altri.
Una modifica nel capitolo «Popolazione», con il ritorno del tasso migratorio interprovinciale (nuovi iscritti all’anagrafe provenienti da altre aree rispetto ai cancellati) al posto dell’indice di natalità. Restano la densità demografica, il numero di divorzi e separazioni, la variazione dell’incidenza dei giovani sul totale dei residenti, la quota di laureati rispetto alla popolazione dai 25 ai 30 anni e gli immigrati regolari.
Sicurezza e svaghi
Nessun cambiamento in tema di «Ordine pubblico», dove la sicurezza del territorio viene misurata considerando i reati denunciati rispetto alla popolazione in tema di: scippi, borseggi e rapine; furti in casa; auto rubate; estorsioni; truffe e frodi informatiche; trend dei delitti verificatisi negli ultimi cinque anni.
Le ultime tre novità, infine, riguardano la sfera del «Tempo libero», dove, oltre all’indice di dotazione di banda larga in arrivo dal comparto dei «Servizi», vengono reinseriti il numero dei cinematografi e l’incidenza dei volontari rispetto alla popolazione. A lasciare il campo sono i dati sugli spettacoli, sul tasso di creatività e sulle presenze turistiche, mentre rimangono in pista il numero di librerie, l’indice di sportività e la disponibilità di bar e ristoranti.
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