La doppia misura verrebbe inserita nel pacchetto che, stando ai ripetuti annunci del Governo, dovrà portare alla cancellazione dell’Imu oggi pretesa dai Comuni sui beni produttivi ancorati al suolo, i cosiddetti “imbullonati”.
Il condizionale è d’obbligo, soprattutto in questa fase in cui le attenzioni dei tecnici di Palazzo Chigi e del Mef si sono rapidamente spostate sulla ricerca delle risorse per anticipare al 2016, almeno in parte, il taglio dell’Ires. Una vera e propria priorità dopo l’uscita pubblica di domenica scorsa dello stesso presidente del Consiglio, ma che per essere realizzata per l’intero territorio nazionale e per tutte le tipologie di imprese potrebbe costare all’Erario minori entrate annue per circa 4 miliardi, sempre che si proceda con un taglio di 3,5 punti percentuali dell’aliquota portandola dall’attuale 27,5 al 24 per cento. Ogni punto percentuale di Ires in meno, infatti, costerebbe all’Erario circa 1,1 miliardi di euro. Un escamotage per la tenuta dei conti pubblici nel 2016 potrebbe consistere nel tagliare subito l’aliquota ma obbligando le imprese a pagare gli acconti Ires di novembre 2016 sul valore storico del prelievo. In questo modo sarebbero spostati al 2017 sia l’effetto finanziario per le aziende sia le coperture a carico dello Stato. Ma le imprese dal canto loro avrebbero effetti positivi già sui bilanci 2016 potendo subito iscrivere un taglio delle tasse tra i 4 e i 5 miliardi.
Più definita, al momento, l’operazione studiata per incentivare le imprese all’acquisto di macchinari: i super-ammortamenti per nuovi investimenti restano un punto fermo della manovra di fine anno. Così come il possibile potenziamento del bonus ricerca (si veda Il Sole 24 Ore di ieri e di domenica scorsa), con un valore dell’intervento che necessariamente in questa fase è ad andamento variabile in relazione alle risorse che via via si rendono disponibili.
Appare in bilico, invece, l’inserimento del canone Rai nella bolletta elettrica. «Mi sembra difficile da molti punti di vista – commenta il presidente dell’Enel, Patrizia Grieco – sia tecnicamente, per i sistemi di fatturazione, e probabilmente anche dal punto di vista giuridico». Ieri tecnici del Mef e del Mise si sono confrontati con l’Authority per l’energia, che sarebbe orientata a fornire ancora una volta parere negativo sul canone in bolletta. Ma per il ministro dell’Interno Angelino Alfano il governo andrà avanti: «Non sono certissimo che si farà subito, non so se nel passaggio dell’approvazione della Stabilità o in quello parlamentare. Ma si farà entro il 2016».
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