«Imu deducibile perleimprese»

Confindustria: sbagliato concentrare tutte le risorse sulle abitazioni principali

Il Sole 24 Ore
18 Settembre 2013
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Rendere subito l’Imu sui beni strumentali pienamente deducibile dal reddito d’impresa. Con la prospettiva di eliminarla completamente quando si renderanno disponibili le risorse necessarie. La sollecitazione arriva dal presidente del Comitato Tecnico Fisco di Confindustria, Andrea Bolla, che in un’audizione alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera sottolinea come sia «essenziale che la deducibilità sia estesa anche all’Irap». E aggiunge come questa sia una misura da «introdurre, con urgenza, già in sede di conversione del decreto legge Imu» anche al fine di «non penalizzare quelle imprese, che stante la perdurante crisi economica, non realizzano utili e per le quali la deducibilità delle sole imposte sui redditi non avrebbe in concreto effetti immediati». Sul decreto Bolla fa notare che «sorprende la scelta di concentrare le risorse su un’esenzione dall’Imu applicabile a tutte le abitazioni principali».

«A fronte del costo significativo in termini di risorse pubbliche l’intervento avvantaggia in misura maggiore le famiglie a maggior reddito con maggiore propensione al risparmio, e quindi potrebbe non tradursi in un aumento della domanda interna», dice il presidente del Comitato Tecnico Fisco di Confindustria. Che aggiunge: «Sarebbe stato auspicabile un intervento più complessivo e di riequilibrio dell’imposizione sugli immobili strumentali delle imprese, che ponga rimedio al pesante aggravio subito dalla fiscalità immobiliare negli ultimi anni». Tra le criticità del decreto Imu Bolla individua «la soppressione degli interventi minimi di revisione della tassazione degli immobili strumentali dell’attività d’impresa». Per rendere operativa la proposta di rendere subito pienamente deducibile, anche in fini Irap, l’Imu sui capannoni dal reddito d’impresa servirebbe circa un miliardo. «Le risorse necessarie – afferma il presidente del Comitato Tecnico Fisco di Confindustria – potrebbero essere reperite attraverso una più attenta modulazione dell’intervento di abolizione della rata Imu sulle abitazioni principali, che lo renda mirato alle fasce meno abbienti della popolazione». Secondo Bolla, «più di una preoccupazione» suscita la service tax destinata dal 2014 a sostituire Imu e Tares.

Quanto al nodo sviluppo, Confindustria insiste sulla necessità di una riduzione del cuneo fiscale considerata «prioritaria». «Senza un intervento di riduzione del carico fiscale sulle imprese e sul lavoro, sarà difficile e ritardato l’aggancio dei primi, timidi segnali di ripresa e impossibile riportare il Paese su un più alto livello di sviluppo», sostiene Bolla. Che osserva che con il decreto Imu si è «mancata l’occasione per dare una segnale chiaro e coerente» in questa direzione.

Bolla evidenzia come il pagamento dei debiti Pa, anche per effetto degli ultimi 7,2 miliardi sbloccati con il decreto Imu, stia «incidendo in modo concreto e positivo sul sistema economico» aggiungendo che sarà necessario «valutare un ulteriore incremento di risorse da destinare al pagamento del debito pregresso della Pa a seguito della ricognizione prevista» dal primo decreto di “sblocco” (Dl 35/2013). A non condividere le osservazioni al decreto Imu è il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, secondo cui quella di Confindustria è una «critica radicale» che «lascia stupefatti».

Ma a chiedere di escludere «dall’Imu e da future tassazioni capannoni, laboratori, negozi e alberghi» è anche il segretario generale della Cna, Sergio Silvestrini, per conto di Rete Imprese Italia.

A far suonare un vero e proprio campanello di allarme è Assopetroli Assoenergia che, sempre in un’audizione alla Camera, dice «basta» con il bancomat delle accise. Assopetroli sottolinea che se scattasse la clausola di salvaguardia prevista dal decreto si rischierebbe un aumento della sola accisa «sui carburanti di 2,1 centesimi» che potrebbe arrivare a «3-6 centesimi» considerando il crollo dei consumi. L’Ania invece punta il dito contro il taglio delle detrazioni per le polizze vita definendola una misura «sbagliata» e «iniqua».

I rilievi delle imprese

BENI STRUMENTALI
Confindustria ha chiesto di rendere subito l’Imu sui beni strumentali pienamente deducibile dal reddito d’impresa. Con la prospettiva di eliminarla completamente quando si renderanno disponibili le risorse necessarie. La deducibilità dovrebbe essere estesa anche all’Irap

IMU PRIMA CASA
Sul decreto Imu, Andrea Bolla, presidente del Comitato tecnico sul fisco di Confindustria, ha definito «sorprendente la scelta di concentrare le risorse su un’esenzione dall’Imu applicabile a tutte le abitazioni principali». L’intervento «avvantaggia in misura maggiore le famiglie a maggior reddito»

SERVICE TAX
Più di una «preoccupazione», per Confindustria, viene dalla service tax che dal 2014 sostituirà Imu e Tares. Preoccupa sia la possibilità che il futuro assetto debba garantire il gettito mancante per l’esenzione Imu prima casa, sia il possibile aumento dovuto alle difficoltà di bilancio degli enti locali

CUNEO FISCALE
Confindustria insiste sulla necessità di una riduzione del cuneo fiscale. «Senza un intervento di riduzione del carico fiscale sulle imprese e sul lavoro, sarà difficile e ritardato l’aggancio dei primi, timidi segnali di ripresa e impossibile riportare il Paese su un più alto livello di sviluppo»

DEBITI PA
Il pagamento dei debiti Pa, sottolinea Confindustria, anche per effetto degli ultimi 7,2 miliardi sbloccati con il decreto Imu, sta «incidendo in modo concreto e positivo sul sistema economico» aggiungendo che sarà necessario «valutare un ulteriore incremento di risorse»

ACCISE E POLIZZE VITA
Per Assopetroli, se scattasse la clausola di salvaguardia prevista dal decreto, si rischierebbe un aumento della sola accisa «sui carburanti di 2,1 centesimi» che potrebbe arrivare a «3-6 centesimi» considerando il crollo dei consumi. L’Ania invece è contro il taglio delle detrazioni per le polizze

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